Un concorso per titoli e una prova orale aperto a tutti gli specializzati, anche senza servizio, dedicato al sostegno.
E’ il piano contenuto nell’emendamento depositato la mattina del 14 maggio dalla senatrice Luisa Angrisani, del Movimento 5 Stelle, relatrice del decreto in commissione Cultura, assieme quello, modificato, sull’istituzione di graduatorie specifiche con contestuale aggiornamento e riapertura, in via informatizzata, delle graduatorie d’istituto trasformate in provinciali. Un emendamento al DL 22 che arriva in extremis e che va a confluire nei tantissimi che la commissione Cultura del Senato dovrà vagliare a breve, prima di portarli in Aula il 21 maggio.
Emendamento che, trattandosi della relatrice in Commissione, avrà quasi sicuramente il lasciapassare per l’esame in aula al Senato.
La proposta riguarda l’autorizzazione al ministero dell’Istruzione a bandire un concorso di sostegno per titoli ed esame orale per l’accesso ai ruoli per chi è già in possesso della specializzazione anche senza avere svolto un giorno di supplenza, su tutti gli ordini di scuola, punto quest’ultimo che inizialmente non era chiaro ai nostri lettori.
A tal proposito riportiamo un passaggio fondamentale dell’emendamento: “Alle predette graduatorie si attinge, ai fini dell’immissione in ruolo, in caso di esaurimento delle corrispondenti graduatorie di merito vigenti e in esito alle procedure di cui al comma 17-ter ed è valido per tutti gli ordini di scuola.”
I candidati che parteciperanno, entrerebbero quindi in una graduatoria sulla base di una valutazione per titoli e di una prova orale che riguarderà i programmi vigenti relativi ai concorsi ordinari.
Gli aspiranti non dovranno però essere già collocati in una graduatoria per le immissioni in ruolo e potranno partecipare per una sola regione.
Nell’idea dell’emendamento le graduatorie di questa procedura si potranno aggiornare ogni due anni, con la possibilità di poter inserire i titoli maturati nel corso del biennio e aggiornare pertanto la propria posizione. Tali graduatorie, comunque, dovrebbero risultare in subordine alle graduatorie già esistenti per l’immissione in ruolo.
L’emendamento in questione andrebbe proprio ad incidere positivamente sulla vasta platea di specializzati. Bisogna certo capire, anche se non si tratta di requisito di accesso, quanto varrà il punteggio del servizio rispetto alla prova orale. Punto certamente delicato che potrebbe mettere in difficoltà chi ha già esperienza di supplenza rispetto a chi non possiede neanche un anno di esperienza.
A proposito di precari, che, in linea teorica potrebbero partecipare sia a questa ipotetica procedura che al concorso straordinario, in alcune zone del Sud, tale piano straordinario per il sostegno, dovrebbe essere conciliato con la platea di docenti di sostegno che da anni lavorano con le cattedre in deroga: “Bene la proposta del piano straordinario per il sostegno, ma nelle regioni del Sud bisogna trasformare le cattedre in deroga e farle confluire nell’organico di diritto”, tuona a La Tecnica della Scuola Ernesto Ciracì, presidente dell’associazione MiSoS. “Tanto ancora rimane da fare, superando l’assurda norma contenuta nella Legge Carrozza 128 del 2013 che oggi costringe a collocare oltre 60 mila cattedre vacanti in un organico a parte, non utile alle immissioni in ruolo e provocando la grave ‘supplentite’ che ormai sembra fisiologica nel sistema scolastico italiano”.
A parere di Ciracì, sarebbe necessario fare una ricognizione di posti per le regioni meridionali, incrociare i dati delle vecchie graduatorie per le supplenze con le nuove dell’ipotetico piano straordinario per il sostegno, senza scordare i posti rimasti vuoti da Quota 100. “In questo modo si potrebbe garantire la stabilizzazione nel breve tempo, sia a chi da anni lavora senza garanzie e allo stesso tempo alle nuove forze fresche di docenti neo specializzati”, puntualizza il presidente MiSoS che rivendica in qualche modo la “paternità” di questa proposta concorsuale semplificata per il sostegno: “Proprio un anno fa proponevamo al governo, alla politica, un cambio di passo sull’emergenza sostegno e sul principio di garantire la continuità didattica per i nostri alunni, presupposto imprescindibile per un’adeguata crescita formativa, sia con lo snellimento delle procedure concorsuale prevedendo una semplice prova orale (concorso per titolo e orale) sia sulla trasformazione delle cattedre in deroga. Adesso abbiamo l’occasione, anche perché la stabilizzazione potrebbe entrare a regime entro due anni”.
“Abbiamo bisogno del numero esatto dei precari in deroga e procedere da subito, visto anche le risorse disponibile sulla scuola grazie al decreto rilancio, a trasformare in modo mirato le cattedre in deroga, organico di fatto, in diritto, dove è necessario“, conclude Ciracì.
Adesso stiamo a vedere come si evolverà la situazione nei prossimi giorni con i lavori in commissione e poi, eventualmente, il passaggio in aula al Senato. E’ assai probabile che l’emendamento riesca a passare in Aula. Il problema è che non è detto che si riuscirà ad arrivare a visionare tutti gli emendamenti presentati, con la possibilità di un passaggio in aula senza relatore e senza emendamenti.
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