I lettori ci scrivono

Concorso straordinario ter solo per chi ha i tre anni di servizio

Illustrissimo Ministro,

è notizia di qualche giorno che vuole proporre un emendamento, per far sì che i 36 mesi di insegnamento in una scuola paritaria siano equivalenti a quelli nella scuola statale, ai fini della partecipazione al concorso straordinario che sarà bandito, prima dell’estate, dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, per l’assunzione di circa 35mila docenti, così come potranno partecipare a detto concorso anche coloro che avranno conseguito i 24 CFU entro il 31/10/22, senza alcun requisito di servizio minimo ed esperienza nella scuola magari.

Tutto ciò è irriverente nei riguardi dei precari, migliaia di docenti precari storici, fra cui tantissimi che con un’esperienza ultradecennale hanno sostenuto e sostengono la scuola italiana, docenti che insegnano da decenni, con una forte formazione in servizio acquisita con gli anni,verrebbero penalizzati, poiché la platea di partecipanti si amplierebbe di parecchio.

Illustrissimo ministro, per poter insegnare nelle scuole paritarie non esistono graduatorie pubbliche e statali, soprattutto chiare, da cui si attinge e per le quali, inserirsi, basta inviare una semplice domanda di Messa a Disposizione, la cui valutazione, inoltre, non viene fatta con i criteri con cui si accede alla scuola statale-pubblica, bensì con principi e regole fatte non di punteggi e posizioni in graduatoria ma spesso per conoscenza diretta del Dirigente.

La scelta di questi docenti di insegnare nelle scuole paritarie sotto casa , spesso è una scorciatoia per accedere alla scuola pubblica, senza alcun sacrificio. Le voglio ricordare Signor Ministro che la maggior parte dei precari storici della scuola italiana si sono spostati con grandissimi sacrifici dalle terre natie per poter lavorare nella scuola pubblica in Paesi lontani ed attendono da anni una stabilizzazione economica.

Con i due precedenti concorsi straordinari, i requisiti per l’accesso erano esclusivamente, e direi giustamente, i solo tre anni di servizio minimo, altresì la nascita stessa, e quindi lo scopo di questa tipologia di concorso, appellato non a caso “STRAORDINARIO”, era quella di stabilizzare i precari storici della scuola, attraverso una lecita procedura concorsuale, poiché l’allora Ministra Azzolina asserì che a scuola si entrava per concorso”, concetto ineccepibile, eccetto il fatto che prima si sarebbero dovuti stabilizzati i precari ormai storici, perché, Ministro, si rischia che con questo concorso i precari non entrano ma escono.

Tra l’altro si è visto che i passati concorsi sono andati a buon fine ed una buona parte dei posti sono stati coperti, anche se dopo l’inizio dell’anno scolastico.

Perché quest’anno vuole cambiare, ampliando la platea di partecipanti creerebbe malcontenti, anche perché, probabilmente, essendoci un numero maggiore di partecipanti si potrebbe pure rischiare che per settembre non si riuscirebbe a mettere in cattedra i docenti necessari, col caos che gli alunni cambierebbero docenti in pochi mesi dall’inizio dell’anno, così com’è accaduto l’anno scorso.

Illustrissimo Ministro, evitate questo ulteriore colpo basso ai precari, ma soprattutto alla scuola pubblica italiana, questi, i precari, non aspettano altro che essere stabilizzati, dopo anni di sacrificio e di dedizione per la scuola pubblica italiana, penso abbiano acquisito la giusta competenza per stare con i nostri ragazzi, ebbene questi si vedrebbero equiparare a chi non ha assolutamente esperienza nella scuola, facendo partecipare coloro che semplicemente hanno i soli 24CFU e che magari non hanno mai insegnato, oppure a chi ha insegnato nelle scuole paritarie.

Gentilissimo Ministro, non favorisca la scuola privata, non distrugga la scuola pubblica, in Italia il divario sociale si sta ampliando, la scuola statale è una necessità per la nostra popolazione.

Stabilizzi i precari con un concorso per titoli e servizi, oppure lasci l’accesso al concorso solo a chi ha i 3 anni di servizio, lo meritano per il servizio che hanno offerto allo Stato Italiano.

I precari della scuola pubblica italiana

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