La pubblicazione del nuovo concorso per titoli ed esami, che assegnerà oltre 63mila cattedre nei prossimi tre anni, è ormai questione di giorni.
Dal ministero dell’Istruzione, giungono infatti conferme sulla pubblicazione dell’atteso bando che, esattamente come indicato nella Buona Scuola approvata a metà luglio, verrà reso pubblico entro il prossimo 1° dicembre 2015.
La selezione non sarà aperta a tutti, ma potranno accedervi solo gli abilitati. In prevalenza, stavolta saranno soprattutto corsisti che hanno concluso positivamente i corsi Pas, Tfa, di scienze della formazione primaria. E anche coloro che si sono abilitati all’estero.
Ma la pre-selezione, con tutti i “semplici” laureati esclusi, non porterà il numero di candidati molto al di sotto di quota 200mila. Soprattutto perché ad essere ammessi saranno anche potenziali decine di migliaia di diplomati magistrali entro l’anno 2001/2002, la maggior parte dei quali ancora non sono di ruolo: dopo che la Legge 107/2015 non ha prodotto alcun tipo di soluzione al riguardo, non è infatti possibile pensare che possano rimanere esclusi anche da questa tornata concorsuale. Anche perché, è bene ricordarlo, la maturità magistrale conseguita sino al 2002 è stata riconosciuta, in modo inequivocabile, come titolo abilitante attraverso il D.P.R. del 25 marzo 2014, che ha fatto suo il parere del Consiglio di Stato n. 4929/12. Non a caso, in tanti hanno prodotto anche il ricorso per accedere nelle GaE. E l’arma del ricorso, lo ricordiamo, potrebbe essere presto brandita da tanti che vorrebbero partecipare a questo concorso ma non sono abilitati.
Ma torniamo al “concorsone”: le ultime indiscrezioni in merito, indicano 63.700 posti in “palio”: 6.800 per la scuola dell’infanzia, 15.900 per la primaria, 13.800 per la secondaria di primo grado e 16.300 per la quella di secondo grado. Poi ci saranno quasi 11mila da dividersi tra docenti di sostegno (per i quali però si svolgerà una selezione a parte) e i rimanenti non assegnati attraverso la fase C ancora in corso.
Le operazioni di selezione si dovrebbero svolgere a partire dal mese di febbraio 2016 sino a metà estate dello stesso anno: l’obiettivo del Miur, francamento un po’ ambizioso, è arrivare ad assumere i primi vincitori di concorso già con l’avvio del prossimo anno scolastico.
Per quanto riguarda la somministrazione dei pre-test di accesso, alla Tecnica della Scuola continuano a pervenire notizie che confermerebbero quanto detto sino ad oggi: stavolta, la preselezione non si svolgerà sicuramente per la scuola secondaria. E anche per gli aspiranti maestri dell’infanzia e della primaria si sta tentando di tutto per fare altrettanto. “Si tratta – ci è stato detto al dicastero di Viale Trastevere – di prove costose e che negli ultimi anni hanno prestato il fianco a tantissimi ricorsi”. Spesso anche favorevoli ai precari ricorrenti, che secondo i giudici erano stati esclusi in modo irregolare.
Se il Miur riuscirà nell’intento di portare i candidati tutti alle prove “vere”, queste saranno composte non più da quesiti di cultura generale ma più attinenti alla disciplina di appartenenza e alla legislazione scolastica. Non si esclude un secondo scritto che andrà a verificare le capacità d’insegnamento, attraverso una sorta di lezione simulata. Anche l’orale dovrebbe ricalcare gli stessi contenuti.
Rimane anche confermatissima la volontà di realizzare la selezione tenendo conto delle nuove imminenti classi di concorso: al momento, sono ancora al vaglio delle commissioni parlamentari di competenza, ma per i primi di dicembre anche il loro parere, peraltro non vincolante, sarà licenziato. Solo che nel frattempo il bando del concorso per nuovi docenti sarà già uscito: nessun problema, ci ha spiegato alcuni giorni fa la deputata Pd Maria Grazia Rocchi (relatrice del testo alla Camera), perché nel bando saranno inseriti solo il numero complessivo dei posti da assegnare ad ogni ciclo scolastico; poi, la definizione delle discipline su andranno abbinati i posti si metterà nero su bianco in un secondo momento. Quando le nuove classi di concorso, nel frattempo, saranno state definitivamente approvate dal Consiglio dei ministri.
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