Troppi bocciati al concorso a cattedra per insegnanti di sostegno e pur essendo stato il metodo di selezione molto criticato, nessuno si aspettava numeri così bassi tra i promossi.
A scendere in campo, scrive Repubblica, contro la metodologia scelta, sono i professori universitari di Scienze della formazione che difendono i loro allievi: “Sono stati selezionati con un sistema inadeguato che non valuta le competenze. Più che un concorso è stato un quiz televisivo – attacca il presidente del corso di Scienze della formazione primaria di Torino– I nostri ragazzi vengono seguiti in modo eccellente e anche nelle valutazioni internazionali abbiamo sempre ottimi risultati, tutte queste bocciature non sono frutto di impreparazione” .
“In viale Trastevere non siamo ascoltati. Noi come università però non possiamo preparare gli studenti a risolvere i quiz. Per tutti i docenti, in particolare quelli di sostegno, ci vuole una competenza specifica”.
I partecipanti al concorso han parlato di errori del sistema e di computer troppo lenti, mentre 15 minuti per risposta non sono sufficienti per una riflessione sulle domande né la dimostrazione le competenze acquisite in tanti anni di formazione”
La Repubblica, che riporta la notizia, spiega pure che degli oltre 240 esclusi molti si troveranno comunque a insegnare a settembre come precari. E proprio nelle scuole dove avrebbero dovuto ricoprire una cattedra di ruolo, dei 378 posti disponibili infatti saranno quasi due terzi quelli che rimarranno scoperti e i presidi per le supplenze brevi sono costretti a chiamare anche studenti al quarto o quinto anno di università perché tra i laureati son già tutti impegnati
Anche sui metodi di accesso all’insegnamento però ci sono dubbi, e tra neo-laureati e universitari serpeggia il malumore: ci sarà laurea magistrale con indirizzo all’insegnamento e poi un anno ulteriore di attività pratiche nelle scuole?