Nella motivazione della sentenza emessa il 27 dicembre 2012 si afferma che la mancata evacuazione dell’edificio scolastico, protrattasi per un intollerabile lasso temporale, rappresenta il punto nodale della responsabilità del dirigente scolastico. Una condotta giudicata negligente che ha determinato la morte di tre studenti minorenni e il grave ferimento di altri due compagni.
Nelle 30 pagine di motivazione è stato evidenziato come l’immagine più nitida della condizione dell’edificio, resti quella resa dagli studenti sopravvissuti. Si va dalla descrizione degli ambienti in cui gli studenti si muovevano e dormivano fino alle dichiarazioni rassicuranti e sdrammatizzanti fatte dal Preside ai ragazzi poco prima del sisma distruttivo.
Sempre nelle motivazioni della sentenza si legge che il Ds operò in totale spregio del piano di sicurezza vigente e delle più elementari norme cautelari, imponendo proprio ai più piccoli di restare nelle loro stanze, come se queste fossero sicure, azzerando ogni percezione delle ben note condizioni dell’intera struttura. Si ricorda che il Piano di emergenza è uno strumento operativo, specifico per ogni scuola, attraverso il quale sono individuati i comportamenti da tenere e le operazioni da compiere in caso di emergenza, al fine di consentire un esodo ordinato e sicuro di tutti gli occupanti dell’edificio scolastico.
Gli insegnanti dovranno curare che nelle aule e nei laboratori gli arredi siano disposti in maniera non solo funzionale, ma anche razionale, in modo da non ostacolare un pronto allontanamento degli alunni. In caso di evacuazione è necessario dominare con prontezza e con calma l’eventuale eccitazione degli allievi e delle allieve, rispettare le vie di fuga e l’ordine di uscita assegnati ad ogni classe, attenendosi alle disposizioni eventualmente impartite dal coordinatore in quel momento presente.
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