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Condanne penali e procedimenti disciplinari: arriva un disegno di legge

E’ stato reso noto da qualche giorno il testo del disegno di legge del Governo in materia di “Integrazioni e modifiche alle disposizioni sul rapporto tra procedimento penale e procedimento disciplinare”, annunciato con molta enfasi anche dal Ministro Fioroni in occasione della emanazione della circolare sull’applicazione del codice disciplinare nel comparto scuola.
Dopo aver letto i 4 articoli del disegno di legge (una trentina di righe in tutto) è difficile non commentare con la classica frase “tanto rumore per nulla”.
La proposta di legge in effetti elimina alcune evidenti storture dei meccanismi attuali.
Una di queste riguarda il licenziamento dei dipendenti pubblici condannati per corruzione, concussione e peculato.
Fino al 1993, i dipendenti pubblici condannati penalmente, qualunque fosse la pena, venivano automaticamente licenziati, ma nel 1999 la Corte Costituzionale aveva definitivamente eliminato ogni forma di automatismo imponendo che un eventuale licenziamento dovesse comunque arrivare solo a conclusione di un procedimento disciplinare.
Nel 2001 il Parlamento approvò però una legge che prevede il licenziamento diretto nei casi di corruzione, concussione e peculato dopo una sentenza di condanna superiore a tre anni.
Ma gli istituti del patteggiamento e del rito abbreviato hanno determinato esiti imprevisti in quanto in tali casi le condanne possono essere molto spesso inferiori a tre anni. Accade così che per “sfuggire” al licenziamento obbligato è sufficiente patteggiare.
Il disegno di legge collega il licenziamento al reato e non al tipo di rito seguito anche se comunque per le condanne fino a due anni continuerà ad essere necessario il procedimento disciplinare.
Un’altra norma riguarda l’obbligo da parte delle Procure di trasmettere autonomamente alle Amministrazioni statali informazioni e notizie relative ai procedimenti ed alle condanne a carico di dipendenti pubblici (attualmente le Procure sono tenute a fornire informazioni ma solo su richiesta).
Per il resto non cambia nulla e quindi i casi clamorosi di cui la stampa si è occupata nelle ultime settimane potranno continuare a verificarsi.
I docenti potranno essere sospesi in via cautelativa dal servizio in relazione alla apertura di un procedimento disciplinare; per il personale ATA valgono le regole contrattuali: sospensione solo in caso di provvedimenti restrittivi della libertà personale e di rinvio a giudizio.
Il “giro di vite” anticipato dal Ministro Fioroni nella circolare 72 del 19 dicembre resta per ora solo sulla carta.

Reginaldo Palermo

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