Pensionamento e previdenza

Pensioni e Recovery Plan: dovremo tenerci per sempre la legge Fornero?

Brutte notizie per chi sperava in una nuova riforma delle pensioni. L’Unione europea pone delle condizioni all’utilizzo delle risorse del Recovery Fund, e la conseguenza potrebbe essere che la legge Fornero non si tocca.

Mentre in Italia (stabilità del governo permettendo) si studiano delle misure per una qualche forma di flessibilità all’accesso alla pensione che sostituisca Quota 100, la doccia fredda viene dalla Ue. Comincia a essere chiaro che i miliardi del Recovery Fund non sono elargiti senza condizionalità ben precise.
Lo ha detto chiaramente anche il commissario Paolo Gentiloni,  il Piano nazionale di ripresa e di resilienza (come viene chiamato in Italia) deve avere tempistiche e obiettivi ben definiti. Si tratta di una forma peculiare di finanziamento europeo, non è gratis. E dopo la prima tranche, le successive saranno condizionate al rispetto dei criteri fissati dalla Commissione europea.

Riforma pensioni a rischio, la flessibilità costa troppo

Per quei Paesi che presentano squilibri di bilancio eccessivi, tra i quali l’Italia, c’è la richiesta di velocizzare le riforme, stando ben attenti a non incrementare lo squilibrio. Tra le raccomandazioni Ue, ci sono anche le pensioni, con indicazioni che non lasciano spazio a interpretazioni: si chiede, infatti, all’Italia di dare “attuazione piena della riforma Fornero delle pensioni” (fonte: Money.it).

Tra le riforme allo studio del Governo ci sarebbe Quota 102, cioè la possibilità di andare in pensione nel 2022 a 64 anni di età con 38 anni di contributi. Ma abbassare in qualche modo l’età pensionabile comporta, come sappiamo, maggiori spese. È il motivo per cui anche quota 100 è stata oggetto di molte critiche.

Caso Spagna: pensioni nel mirino per ordine Bruxelles

La Spagna è tra i Paesi europei più colpiti e danneggiati dalla pandemia sul piano economico, con un alto indebitamento. Ha diritto a ottenere fino a 140 miliardi di euro con il Recovery Fund, ma sta già facendo i conti con le condizionalità.
La Commissione europea ha raccomandato, come all’Italia, di affrontare il problema dell’alto indebitamento pubblico e privato. Il Governo di sinistra ha preso misure drastiche: nuove tasse, tra cui una patrimoniale sulle grandi ricchezze, e la riforma delle pensioni molto contrastata.
La proposta è di allungare da 25 a 35 anni il periodo di tempo su cui calcolare l’importo degli assegni. Investito dalle polemiche, il ministro del Welfare ha ammesso che è un provvedimento richiesto dalla Commissione per avere accesso ai fondi del Next generation Ue, nome più appropriato del Recovery Fund (fonte: Il sussidiario.net).

Se in Spagna la riforma delle pensioni è necessaria per ridurre l’attuale spesa pensionistica, in Italia le condizionalità imposte dalla Ue potrebbero frenare o impedire qualsiasi allentamento della legge Fornero.

Anna Maria Bellesia

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