L’iniziativa, condotta anche grazie alla collaborazione con la Lega Italiana per la lotta all’Aids che svolgerà un seminario di formazione sul tema, è stata accolta con favore anche dalle altre associazioni studentesche. Secondo il `Codici’, il centro per i diritti del cittadino, la possibilità che l’iniziativa venga “supportata da corsi di educazione sessuale” diventa fondamentale per la sua buona riuscita. Per l’associazione “l’installazione di distributori automatici di profilattici può essere un buon punto di partenza ma non la soluzione. Accanto a questa proposta – ha continuato – si dovrebbero attivare nelle scuole, a partire dalle prime classi delle medie inferiori, con la collaborazione delle famiglie e di professionisti, ginecologi psicologi, corsi di educazione per una sana, corretta e consapevole sessualità“.
Ancora più deciso il sostegno all’iniziativa da parte delle associazioni studentesche: per Stefano Vitale, dell’esecutivo nazionale dell’Unione degli studenti, queste modalità sono frequenti in “Spagna, Francia, Inghilterra, Germania, Norvegia, Svezia, nonchè in molte scuole negli Usa: sono svariati gli istituti scolastici – continua – nei paesi occidentali a distribuire condom al liceo. A Roma la scuola francese Chateaubriand lo ha fatto già nel 2001“. Ben venga quindi, ha detto, l’iniziativa del liceo romano: “nelle nostre scuole pubbliche – sottolinea – occorre informazione e prevenzione. Spesso i giovani si trovano ad affrontare l’età dell’addolescenza senza adeguate conoscenze e senza la disponibilità di misure di prevenzione a costi accessibili“. L’Uds ha auspicato quindi che quello del Keplero possa trasformarsi in un progetto apripista: “è necessario ora – ha concluso Vitale – che in tutte le scuole pubbliche italiane si riesca a dare delle risposte a queste esigenze superando inutili pregiudizi“.
Sullo stesso piano si è espressa Sofia Sabatino, neo-eletta coordinatore della Rete degli studenti, secondo cui “quella dei preservativi nelle scuole è una richiesta che gli studenti e le associazioni studentesche avanzano da anni, perché è risaputo che facilitare l’accesso all’acquisto dei preservativi ha ricadute positive sull’utilizzo di quello che è tutt’oggi, al di la delle visioni ideologiche, lo strumento più efficace contro la diffusione delle malattie sessualmente trasmissibili“. Anche la Rete si è augurata che al progetto del liceo romano “faccia seguito un impegno su questi temi da parte di tutti gli enti locali e del ministero dell’Istruzione“. Per la giovane rappresentante dell’associazione le premesse non sarebbero però buone: “nella scuola gelminiana – ha detto il coordinatore della Rete – la sessualità rimane un tabù: registriamo una recessione sul piano dell’educazione alla sessualità e alla conoscenza del proprio corpo tra gli adolescenti. I dati parlano di un aumento degli aborti nella ragazze minori di 20 anni e un aumento esponenziale della trasmissione di malattie veneree tra i giovani adolescenti, soprattutto nelle zone periferiche e al sud“.
Laconico il commento della Chiesa, che attraverso il cardinale Agostino Vallini, vicario del Papa per la diocesi di Roma, ha espresso sulla vicenda “viva preoccupazione per le banalizzazioni della sessualità“.
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