Un altro fronte si apre nella complessa vicenda delle innovazioni connesse con la legge di riforma e questa volta a protestare sono i dirigenti scolastici.
I fatti.
Qualche giorno fa un importante quotidiano riferiva che nel corso di alcune conferenze di servizio ispettori e dirigenti ministeriali avrebbero affermato che la valutazione degli alunni sarà affidata d’ora innanzi solamente ai docenti dell’équipe pedagogica e non più – come accaduto finora – ai consigli di classe o di interclasse presieduti dal dirigente scolastico.
L’Anp di Giorgio Rembado prendeva subito posizione sulla questione scrivendo una lettera al Ministero per chiedere chiarimenti ma anche per ribadire che "il dirigente scolastico svolge da sempre, all’interno dei consigli di classe chiamati alle valutazioni periodiche e finali, un ruolo di garanzia super partes nei confronti di tutti gli studenti e costituisce un fattore equilibratore rispetto all’omogeneità di trattamento degli interessati".
Il giorno dopo l’Anp è intervenuto anche il Coordinamento nazionale dei dirigenti scolastici Cgil, Cisl e Uil che ha ripreso in sostanza le stesse argomentazione dell’Anp: "La valutazione – sottolineano i dirigenti scolastici confederali – avviene in un organo collegiale; esso è convocato e presieduto dal dirigente scolastico; lo scrutinio viene verbalizzato dal segretario designato dal dirigente scolastico (secondo la normativa vigente); vige l’obbligatorietà della presenza dei docenti e della loro espressione di voto; in caso di parità prevale il voto del presidente; il dirigente partecipa della dimensione pedagogico-didattica, tanto che esso è figura che l’ordinamento recluta fra la docenza ed esclusivamente fra la docenza; la valutazione è la conclusione di un processo che inizia con la programmazione del lavoro collegialmente definita".
Al di là della questione specifica, l’interesse della vicenda è legato piuttosto al fatto che forse per la prima volta in tanti anni sindacati confederali e Anp si trovano del tutto d’accordo su qualcosa. Questa improvvisa e imprevista consonanza prelude forse alla possibilità di iniziative comuni in vista della ormai imminente apertura della vertenza contrattuale dei dirigenti scolastici ? E’ difficile dirlo, anche se un inciso del comunicato confederale lascia intendere che sulle questioni di fondo le posizioni rimarranno distanti: l’accenno al fatto che i dirigenti scolastici sono reclutati "fra i docenti e solo fra i docenti" sembra proprio una presa di distanza dei confederali dal sindacato di Rembado che invece non do oggi teorizza che la dirigenza scolastica non può essere considerata "specifica" a meno di non accettare anche un trattamento economico "specifico" e cioè inferiore.
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