La quantità di ragazzi e di ragazzi che, specie dopo l’evo pandemico, hanno abbandonato gli studi o hanno smesso di cercare un impiego è aumentata a dismisura. Tale fenomeno ha innescato una profonda e severa crisi sociale, consumatasi sul sistema paese, su quello produttivo e sui gruppi familiari, sempre più in difficoltà pratica ed educativa. Le istituzioni europee hanno promosso iniziative, convegni, webinars con il fine di attrarre Ministeri, scuole ed associazioni familiari alla comprensione della problematica, sempre più impattante, magari espressione di un sistema scolastico poco competitivo o di una generazione sempre più restia al confronto, isolata e meno formata. La Conferenza di Istanbul, la sesta, svolta sul tema, ha attratto pedagoghi, psicoterapeuti e sociologi da tutto il Vecchio Continente. Lo svolgimento dei lavori accademici in Turchia non è casuale: il paese sfiora il 40 % di dispersione scolastica, specie nelle aree rurali e periferiche in cui la distribuzione dei plessi scolastici è limitata a poche unità sul territorio.
Il fenomeno, in prima battuta, è stato citato presso alcune assemblee della Commissione Europea come indicatore di sviluppo sociale, economico e di coesione nel 29 stati membri. In seno all’iniziativa “Youth on the move” dell’UE la questione è divenuta più severa, spinosa e presente in sede di discussione, tanto che Eurostat, nel merito dell’indagine statistica Europa 2020, pubblica i dati ufficiali circa il fenomeno NEET in Europa: al momento il 13,1 % della popolazione comunitaria di età compresa tra 14 e 29 anni non risulta occupato, alla ricerca di lavoro o al seguito di un corso di formazione di natura scolastica, universitaria o professionale. Nell’aprile 2013 è stata adottata la proposta della Commissione europea al Consiglio dell’Unione europea di attuare una Garanzia per i giovani in tutti gli Stati membri. Ridurre il numero di NEET a livello comunitario costituisce un obiettivo politico esplicito della Garanzia per i giovani. L’iniziativa Occupazione Giovanile ha contribuito a tale riduzione, essendo un’applicazione interna a tutti gli stati membri UE. Eurofund sostiene che tali iniziative abbiano ridotto il numero complessivo di NEET da 14 milioni a 12,5 milioni; l’impatto economico sul sistema produttivo resta elevato: la perdita per le economie europee è significativa ed ammonta ad oltre 140 miliardi di euro annui.
L’iniziativa ha coinvolto esperti del tema, docenti, dirigenti scolastici ed ex-NEET, uniti in un’apposita rete di co-working a cavallo tra le maggiori realtà d’Europa, Italia inclusa, che accusano l’impatto maggiore del fenomeno. I dati del Belpaese risultano molto oltre la media comunitaria, con un dato pari al 23,1 %, 10 punti percentuali più in alto. Ciò è dovuto, secondo Eurofund, alla limitata coesione scolastica, capacità sociale ed economica di sviluppo ed a un sistema scolastico in difficoltà, per certi versi vetusto, dati gli scarsissimi investimenti predisposti sul settore in oggetto. Quattro i partecipanti dall’Italia alla Conferenza, docenti connessi ai progetti ERASMUS+ Calabria, Piemonte, Lombardia e Lazio. Tra questi, l’I.I.S. “Pertini-Santoni” di Crotone, con la sua docente Ornella Pegoraro, si è dilettato nella creazione di contenuti multimediali ed audiovisivi relativi alle tematiche affrontate, voce di un territorio, quello calabro, ove la disoccupazione e la crisi economica trapelano dai rotocalchi locali e non solo.
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