Il piano di oltre 140mila assunzioni da effettuare nella prossima estate è confermato. Ma per il resto, dall’incontro tenuto al Miur il 16 febbraio ci sono solo note dolenti. A sostenerlo è Massimo Di Menna, segretario generale Uil Scuola, al termine dell’incontro.
“Sosteniamo la scelta che ci è stata confermata di procedere con un piano di immissioni in ruolo da settembre. Il ministro ha confermato che ci sarà un Consiglio dei Ministri tra fine febbraio e i primi di marzo ed interverrà su ‘immissioni in ruolo e qualità della scuola’”, ha sottolineato il sindacalista.
Di Menna ha spiegato che “il decreto partirà dai bisogni delle scuole ed è finalizzato a eliminare il precariato, all’avvio di una fase concorsuale e interverrà anche su organici, reti di scuole e su un modello di ‘qualificazione’ non meglio definito. Il provvedimento dovrebbe riguardare anche gli insegnanti abilitati, non presenti nelle graduatorie ad esaurimento, che hanno tre anni di servizio, sulla base dei posti disponibili nell’organico”. Ci dovrebbe essere quindi spazio, per le assunzioni, anche per i docenti che hanno conseguito l’abilitazione dopo il 2011, oggi inseriti solo nelle graduatorie d’Istituto.
Come Uil abbiamo sostenuto che i problemi del precariato sono difficili e complessi e che per individuare le soluzioni idonee occorre affrontare aspetti complessi legati alle differenti situazioni in cui viene a trovarsi il personale precario. Abbiamo offerto disponibilità ad un confronto di merito prima dell’emanazione del decreto.
Ma le buone notizie, a detta di Di Menna, terminano qui. “Quanto alla valorizzazione professionale degli insegnanti, archiviato in via definitiva il progetto a percentuale (66%) e punti (da raccogliere di scuola in scuola), c’è ora necessità valorizzare con un contratto innovativo l’impegno professionale – ha detto il segretario generale della Uil scuola – va aperto un confronto di merito per arrivare ad uno nuovo contratto che deve vedere, nel confronto con il sindacato, il coinvolgimento degli insegnanti e del personale”.
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Nel corso dell’incontro, la Uil ha rappresentato con determinazione l’invito al Governo a non intervenire per decreto in aspetti che riguardano orari, modifiche delle condizioni di lavoro, retribuzione e progressione economica: tutti aspetti che attengono al contratto.
“La scuola non sopporterebbe editti con obblighi di servizio e modalità peggiorative di retribuzione. Nella scuola c’è preoccupazione. I processi di cambiamento sono continui, scaricati sul personale, spesso affrontati come adempimenti burocratici da eseguire”.
“La questione centrale – ha ribadito Di Menna – resta la scelta, che deve essere fatta davvero, di investire in istruzione e di valorizzare il lavoro che si fa a scuola. Si parta da qui: alzare la spesa per l’istruzione al livello degli altri paesi europei (oggi siamo fanalino di coda, penultimi prima della Romania) e adeguare gli stipendi”.
“Su tutti gli aspetti – ha continuato Di Menna – il ministro non è andato oltre le dichiarazioni di principio, senza assumere alcun impegno. I processi di riforma e di innovazione vanno inseriti in una proposta di legge che consenta un vero confronto e un forte coinvolgimento di chi, ogni giorno, fa funzionare la scuola. Per il personale Ata, necessario alla scuola dell’autonomia – ha aggiunto Di Menna –sembra esserci un diaframma tra le innovazioni in atto e la diminuzione di organico e la disattenzione con cui viene trattato”.
Da parte della delegazione della Uil Scuola, infine, sono state rappresentate le criticità ancora irrisolte legate al personale Quota ’96, alle posizioni economiche del personale Ata e ai contratti regionali dei dirigenti scolastici.
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