Il vicepresidente di Confindustria e di Unioncamere, a proposito del tema del rapporto tra scuola e lavoro, dice a Labitalia “Rilanciare il rapporto tra scuola e mondo delle imprese, soprattutto nelle università e negli istituti tecnici professionali Siamo in grandissimo ritardo rispetto ad altri Paesi che hanno un rapporto scuola-lavoro molto più fluido di noi e questo determina per loro una maggiore capacità competitiva, come accade in in Francia e in Germania”
Lo Bello parla a margine della ‘Giornata del lavoro e del fare impresa’ organizzata da Unioncamere a Roma e in cui si sono raccontate molte delle esperienze svolte da oltre 3.600 ragazzi in tutta Italia. Una giornata di lavoro con il ‘Job day’ o un vero e proprio stage di lavoro all’estero per affrontare, spesso per la prima volta, il modo dell’occupazione.
“Siamo consapevoli che la scuola deve essere indipendente e autonoma da tutti -spiega Lo Bello- ma i percorsi formativi all’interno della scuola si devono incrociare con il mondo delle aziende: gran parte dei disoccupati oggi dipende da un mancato approccio al rapporto scuola-lavoro”.
“Pensiamo a quello che fanno i tedeschi che hanno una struttura produttiva simile alla nostra: loro hanno un rapporto molto più pragmatico tra scuola e lavoro, con alcune questioni che noi fatichiamo a far entrare nel dibattito, come la valorizzazione degli istituti tecnici professionali”.
Eppure, ricorda Lo Bello, “il nostro Paese è cresciuto negli anni ’50 e ’60 con gli istituti tecnici professionali che sono stati il motore della crescita economica, ma dalla fine degli anni ’60-inizi anni ’70 è emersa la volontà di mettere al centro della scuola i licei come se questo comportasse un superamento delle diseguaglianze che in realtà si sono ampliate”.
“Abbiamo sicuramente bisogno di più laureati -aggiunge Lo Bello- ma anche di più tecnici specializzati e dobbiamo mettere in campo gli Its che rappresentano un grande opportunità per il nostro Paese e che rimandano a esperienze di successo già sperimentate in Francia e Germania. C’è un grado di occupabilità molto alto per chi segue questi percorsi -conclude- che si risolve molto spesso in un’occupazione stabile nel tempo con un ruolo forte all’interno delle aziende”.
Con decreto 231 del 15 novembre 2024 sono stati stanziati 267 milioni di euro, per…
Quante volte gli studenti insieme a docenti e genitori si trovano ad affrontare il momento…
Una storia particolare quella di un docente di 32 anni che, per insegnare, si è…
Con un parere ampio e accurato il CSPI interviene sullo schema di ordinanza ministeriale che…
Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato oggi il decreto che stanzia…
Una storia che ha quasi dell'incredibile: un docente precario è stato finalmente assunto in ruolo…