Al centro, l’innovazione nell’orientamento, nell’istruzione tecnica e nell’apprendistato. Afferma il vicepresidente degli industriali, Ivan Lo Bello: “Superare le divergenze su questi temi è stato un fortissimo segnale di svolta culturale: efficienza, equità, produttività, merito e lavoro possono andare avanti di pari passo con una riqualificazione della scuola’.
“La valorizzazione dell’istruzione tecnica e professionale – aggiunge il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino – è uno degli strumenti per uscire dalla crisi e la garanzia del diritto allo studio e’ un elemento fondamentale della lotta alle disuguaglianze”. Francesco Lauria della Cisl ha osservato che “bisogna aumentare il rapporto tra formazione e lavoro e per noi il primo strumento, il più importante è l’apprendistato. Oggi solo il 2% degli apprendisti frequenta la scuola e i giovani iscritti a corsi di istruzione tecnica superiore (Its) sono solo l’1,2%. Al tempo stesso 3 dottori di ricerca su 4 non potranno essere assorbiti dalle università. “Questo documento è uno strumento che pensiamo di utilizzare per scuotere il dibattito – ha concluso il segretario confederale della Uil, Guglielmo Loy – ma basta riforme della scuola, che non se ne può più. Cerchiamo di far funzionare quello che c’è”.
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