Un vero “inno” all’istruzione tecnica: a farlo sono stati i vertici di Confindustria in occasione della XVI giornata nazionale “Orientagiovani”, l’evento vicentino dedicato all’incontro tra gli imprenditori e i giovani studenti per dare a questi ultimi l’opportunità di conoscere più da vicino il mondo dell’impresa e avere indicazioni utili per scelte formative che possano favorire l’inserimento professionale. Secondo gli industriali gli istituti tecnici italiani devono assolutamente tornare ad essere la spina dorsale della crescita industriale del Paese. Del resto l’Italia, hanno ricordato, è un Paese a forte vocazione manifatturiera: l’industria meccanica italiana, è stato ricordato, vale 60 miliardi di euro.
“Tecnica e tecnologia sono valori molto importanti nella nostra vita – ha detto il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia rivolgendosi ai ragazzi di terza media presenti – voi usate Facebook, la Play Station, l’Ipod e dietro questi c’è molta tecnica e tecnologia: quando a febbraio dovrete scegliere quale scuola e indirizzo intraprendere seguite le vostre inclinazioni ma considerate che tecnica e tecnologia sono fattori molto importanti che possono darci un futuro migliore e fare dell’Italia un paese vincente“. E il fatto che ci sia carenza di lavoro non cambierebbe la sostanza delle cose. “Proprio in un momento di crisi come quello attuale – ha concluso Marcegaglia -bisogna cercare di fare le cose che le imprese chiedono e quella della tecnica e della tecnologia è una grande strada“.
Quel che preoccupa gli imprenditori è la carenza, sul mercato del lavoro, di profili professionali adeguati a soddisfare le esigenze delle aziende specializzate: ai giovani presenti è stato detto chiaramente che, anche durante l’attuale periodo di generale rescissione e crisi occupazione, ancora oggi acquisire un diploma tecnico corrisponde ad un vero e proprio investimento.
Massimiliano Raffa, presidente del gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione degli industriali e delle imprese di Roma, ha presentato una ricerca realizzata dall’Unione industriali e dal ministero della Gioventù sui i diplomati romani: ebbene hanno rappresentato nel 2008 quasi 40% del totale delle assunzioni delle imprese locali. “Le aziende – ha spiegato Raffa – richiedono soprattutto i diplomi ad indirizzo amministrativo-commerciale (43,2%), meccanico (39,1%), turistico alberghiero (28,5%), linguistico (27,7%) e socio-sanitario (26,6%), e spesso, ha sottolineato Raffa, hanno difficoltà a reperire profili con le adeguate competenze ed esperienze”. Si tratta di dati riscontrati in molte Regioni. “Le aziende venete – ha spiegato Gianfelice Rocca, vicepresidente Confindustria per l’educazione – ci dicono che fanno fatica a innovare per mancanza di profili tecnici, quello degli istituti tecnici è una scelta estremamente positiva per i ragazzi e per dare una risposa alle esigenze del territorio“.