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Conflitti tra docenti: come lavorare insieme per il bene della comunità scolastica? Il ruolo chiave del dirigente – Preparazione concorso Ds

La guida per gli aspiranti dirigenti scolastici della Tecnica della Scuola: cosa bisogna sapere per superare il concorso in attesa del bando? Oggi parliamo di clima della scuola.

La scuola è un sistema organizzato di persone, di relazioni e di ruoli con fini e compiti istituzionali. Il gruppo di persone che lavora in ogni istituzione scolastica è costituito da componenti che non si sono liberamente scelti e il loro scopo non è quello di rafforzare legami affettivi e amicali.

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La complessità delle relazioni nella scuola

L’organizzazione di ogni istituzione scolastica è complessa perché al suo interno deve gestire una pluralità di variabili, al suo esterno deve porsi come soggetto attivo e propositivo con il contesto territoriale, in modo da porsi come risorsa e nello stesso tempo da valorizzare le risorse del territorio, e infine perché, per la sua specifica identità, è atipica, in quanto non è finalizzata a produrre beni materiali, ma a formare le nuove generazioni.                          

Dirigenti e docenti, DSGA e personale ATA, famiglie e studenti, ciascuno con il proprio ruolo, sono gli attori di una comunità la cui identità culturale è contrassegnata dalla qualità delle relazioni e delle interazioni tra i diversi soggetti. Nei circuiti comunicativi di ogni sistema organizzato, come è anche la comunità scolastica, il contrasto e il conflitto sono sempre dietro l’angolo.

Il contrasto si riferisce ai contenuti, quali, ad esempio, idee diverse, proposte di soluzioni i problemi da differenti punti di vista: nel contrasto prevale l’interesse per il sistema organizzato e il suo funzionamento.

Il conflitto, invece, mette in gioco la relazione tra le persone e pertanto quando esso si manifesta prevale l’interesse di una singola persona.

Se il contrasto sfocia nel conflitto è indispensabile mediare. Una strada praticabile è quella della metacomunicazione, cioè quella di muoversi dal contenuto alla relazione. Analizzare quello che sta accadendo per ripartire, per riposizionare ruoli, funzioni e regole e ripristinare la comunicazione sui contenuti e sulle variabili del funzionamento del sistema.

La relazione tra dirigente e docenti

E’ caratterizzata da elementi formali e normativi finalizzati al buon governo e al buon funzionamento della scuola. I ruoli diversi assegnati istituzionalmente al dirigente e ai docenti non consentono relazioni fondate prevalentemente sulla dimensione affettiva e amicale. Al dirigente scolastico è attribuito, tra gli altri compiti e funzioni, l’esercizio di poteri di direzione, coordinamento e valorizzazione delle risorse umane.

Uno dei campi che può dare adito al contrasto o al conflitto è quello della organizzazione, degli incarichi, delle responsabilità, dei compiti, dell’orario delle lezioni.

Ogni docente è uno stakeholder, un portatore di interessi, e avverte l’esigenza di essere valorizzato nelle sue competenze, nel suo impegno, nei risultati. Per valorizzare le risorse umane presenti nella scuola è opportuno che il dirigente:

  • costruisca processi partecipativi e coinvolgenti a larghissimo raggio, in modo da evitare il formarsi di gruppi che, contrapponendosi, darebbero adito alla conflittualità
  • affini le procedure di ascolto non spostando mai l’attenzione dallo scopo principale, che è quello del bene comune della scuola
  • promuova e valorizzi anche piccoli traguardi e rafforzi il senso di appartenenza all’istituzione scolastica.

Le relazioni interpersonali tra docenti

La scuola è una comunità atipica, che si differenzia da tutte le altre anche per il fatto che all’interno di essa non esistono, apparentemente, gerarchie, in quanto la relazione interpersonale che si stabilisce tra colleghi è simmetrica: il darsi del “tu”, l’atteggiamento di tipo amicale, lo scambio di informazioni sulla vita della comunità scolastica sono espressione di un clima non formale, di un desiderio di appartenenza. Ma il corpo docente nei fatti è un gruppo formale, perché all’interno della scuola ha uno scopo istituzionale con funzioni diversificate, didattiche, organizzative e di collaborazione di tipo gestionale.

Per il ruolo che i docenti ricoprono dovrebbero possedere le abilità sociali indispensabili per lavorare proficuamente in gruppo nella direzione comune e condivisa dell’interesse della scuola. Non sempre accade. Infatti è possibile che lavorando insieme per parecchie ore al giorno dal confronto di idee, proposte e punti di vista scaturiscano divergenze che potrebbero sfociare prima nel contrasto e dopo nel conflitto.

Quando questo accade che cosa possiamo tentare di fare per mediare il conflitto e riportarlo nella giusta dimensione del dialogo?

Riflettiamo sulle modalità relazionali che abbiamo usato con il collega, smussiamo gli angoli e poniamoci in posizione di ascolto: indirettamente influenzeremo il nostro interlocutore a modificare le sue modalità relazionali e ad adottare un comportamento diverso, in risposta al nostro. Questa nuova condizione potrà consentire di giungere più facilmente a una opinione condivisa.

Le relazioni dei docenti con il collegio dei docenti

Il collegio dei docenti rappresenta un’occasione di confronto aperto, di cooperazione e di crescita professionale, ma può diventare anche un luogo di conflitti se eventuali antagonismi tra singoli docenti o tra gruppi di docenti nelle sedute del collegio sfociano in un progressivo e inarrestabile aumento della tensione emotiva.

Per creare e mantenere un clima sereno e propositivo è opportuno non nascondersi dietro i problemi, ma identificarli, comprenderne le cause, circoscriverli, definirne i termini, affrontarli e cercare di trovare alternative e possibili soluzioni.

Poiché ogni forma di comunicazione ha un aspetto di contenuto, cioè di informazione, e un aspetto relazionale, cioè di metacomunicazione, bisogna assumere uno stile comunicativo che privilegia l’autorevolezza all’aggressività o alla rinuncia.

Uno stile comunicativo autorevole è basato sulla capacità di capire bene il problema prima di rispondere, di autocontrollarsi e di non contraddire direttamente.

Uno stile comunicativo costruttivo punta alla chiarezza delle informazioni e del linguaggio, al rispetto del proprio punto di vista su un ascolto attivo, reale e non fittizio, del punto di vista dell’altro.

Chi privilegia il dialogo allo scontro mantiene un atteggiamento attento a non disconfermare l’interlocutore, a ponderare le proposte e a decidere senza pregiudizi o inutili prese di posizione. A dare ragione all’altro, se è ritenuto giusto, senza per questo sentirsi perdenti o inferiori.

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Dalle disabilità intellettive agli alunni iperdotati

Giochiamo con il calcolo mentale

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Anna Maria Di Falco

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