Le operazioni militari in corso sul suolo ucraino, lo scontro tra blocchi che sa di guerra fredda mai conclusa porta numerose famiglie a lasciare le proprie case e a rifugiarsi in Europa – per i civili ucraini – e nella Federazione Russa – per i russi del Donbass. Se si prende in esame il primo esodo di massa, è permesso l’ingresso in Europa, al momento, delle sole mamme con bambini, nonché giovani e ragazze impossibilitate a prendere parte alla resistenza militare a livello locale, oramai fatta di contese di viuzze, strade, posti di blocco ed edifici. Lo stato polacco sta offrendo notevole supporto umanitario ai civili ucraini che accorrono alla frontiera: treni speciali gratuiti, pasti caldi, prime forme di cura ed accoglienza domestica operata a livello volontario dalla popolazione locale. Ma che fare con quella formazione scolastica ed universitaria interrotta? Gli insegnanti ucraini, anch’essi fuggiti, si sono adoperati nell’organizzare lezioni in presenza presso istituti siti nelle grandi città, con lo scopo di non far cadere la didattica nello status pericoloso della discontinuità. Tali progetti organizzati a livello volontario vedono la straordinaria partecipazione di centinaia di studenti, anch’essi ucraini e non solo.
Decine di ragazzi vengono accolti in grandi aule site nei maggiori licei e istituti a livello nazionale, adornate da bandiere, stendardi e simboli araldici che richiamano alla sovranità dell’Ucraina. “La cosa più importante è offrire loro una parvenza di normalità e tranquillità”, ha fatto presente ai microfoni di AFP Andrzej Wyrozembski, preside della Limanowski High School. Divisi in due gruppi di 20 persone, studenti e studentesse vengono accolti dal loro nuovo insegnante, che fa la spola da un’aula all’altra per tutta la lezione. Dalla città ucraina di Leopoli, una rifugiata come loro, Mariana Druchek, espone il programma della giornata e supera un esame di matematica. “Uh oh”, arriva la risposta. Viktoria, 16 e 15 anni, Polina e Zoriana, sono in preda al panico. “È su cose che abbiamo trattato tre anni fa, in terza media – ho dimenticato tutto”, ha detto Viktoria, a cui gli altri intervengono con “lo stesso”. Ma si rilassano abbastanza presto. All’ora della pausa, sono tutti sorridenti e sollevati, facendo presente che l’atmosfera è “davvero buona” e “positiva” e “la classe e la scuola in generale procedono bene”. Sembra come se la loro folle corsa fuori Kiev con pochi bagagli – collocando sullo sfondo di bombe ed esplosioni – stesse già svanendo un po’ in lontananza.
La Limanowski High School ha potuto accogliere i nuovi studenti e assumere nuovi insegnanti grazie ai finanziamenti dell’ufficio del sindaco locale. Il primo giorno, Renata Kozlowska, un funzionario comunale per il quartiere della scuola di Zoliborz, si è recata ad accogliere gli adolescenti. Ha dichiarato loro che “tutta la Polonia è con voi” e ha sottolineato che i ragazzi hanno diritto “all’istruzione e alla pace”. L’insegnante ucraina Mariana Druchek provvede alla formazione di un gruppo di studenti ucraini in una classe appena creata per loro presso la Limanowski High School di Varsavia il 15 marzo 2022. Gli adolescenti – che provengono da varie città, tra cui Kyiv, Zhytomyr, Lutsk e Ivano-Frankivsk – seguiranno una versione ridotta del curriculum polacco, che include inglese, polacco, storia, matematica, fisica e ginnastica. Le lezioni saranno tenute da insegnanti ucraini fuggiti a loro volta dalla guerra, con un educatore bilingue al timone di ogni gruppo. “La cosa più importante è offrire loro una parvenza di normalità e tranquillità”, ha detto all’AFP il preside della scuola Andrzej Wyrozembski. “Non si tratta di mantenere i loro livelli di conoscenza, ma di assicurarsi che abbiano supporto psicologico e amici, che sappiano che tutti vogliono aiutare”, ha detto. Attualmente risultano iscritti più di 50.000 ragazzi e ragazze ucraini, che vedranno associati a loro ance un locale polacco per lo svolgimento delle attività extracurricolari e del doposcuola.
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