Per Roberto Alesse, presidente dell’Autorità, dice: “gli accordi sottoscritti nel settore risalgono a circa dieci anni fa e mi chiedo se, con il consenso dei sindacati, non sia possibile ragionare insieme per migliorare alcune disposizioni”.
E il presidente dell’Autorità cerca di spronare la parti ad accordi di riforme condivise: “Gli accordi sottoscritti risalgono a circa dieci anni fa. Molte cose sono cambiate da allora e mi domando se, con il consenso dei sindacati e dell’Aran, non sia possibile ragionare insieme, in termini di miglioramento di alcune disposizioni”.
“Penso, in particolare, all’evidente difficoltà che i dirigenti scolastici si trovano ad affrontare, nel momento in cui gli insegnanti non sono tenuti a dare, salvo comunicazione volontaria, notizia della eventuale adesione a uno sciopero. Se il personale non docente ha l’obbligo di notificare la propria adesione entro quattro giorni dalla proclamazione di sciopero, in modo da consentire al dirigente di informare adeguatamente le famiglie e predisporre un contingente adeguato per la continuità del servizio (almeno cinque giorni prima dello sciopero, dice l’accordo), il personale docente non è tenuto a fornire tale comunicazione, di guisa che, in assenza di dati certi, il responsabile dell’istituto non può che deliberare la sospensione dell’attività didattica, vale a dire di tener chiusa la scuola”.
“La posta in gioco è alta, la sfida impegnativa, ma il diritto allo studio è un principio troppo importante per non curare ogni dettaglio idoneo a renderlo più incisivo ed effettivo”.
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