Politica scolastica

Confronto sindacati Miur: difficile trovare un punto d’incontro

Precariato e reclutamento sono i due temi al centro del confronto fra il ministro Fioramonti e le organizzazioni sindacali.
Nel pomeriggio del 25 settembre c’è stato un primo incontro che non ha portato a nessun risultato.
Nella giornata del 26 si riprendono i lavori, ma le previsioni non sono affatto rosee: fra sindacati e Ministro c’è ancora molta distanza.

Il comunicato unitario

Lo si intuisce leggendo il comunicato unitario (Flc-Cgil, Cisl-Scuola, Uil-Scuola, Snals e Gilda) in cui la “piattaforma” sindacale viene riassunta in 4 punti:

  • previsione di un concorso straordinario abilitante per il personale docente con almeno tre annualità di servizio a tempo determinato nella scuola secondaria statale
  • attivazione di percorsi abilitanti speciali, destinati prioritariamente al personale precario, per docenti con differenti tipologie di requisiti
  • proroga delle misure contenute nel decreto cd “dignità” per i docenti con diploma magistrale, al fine di assicurare la continuità didattica nell’a.s. 2019/20

previsione di specifiche modalità di accesso al ruolo di DSGA per gli assistenti amministrativi facenti funzione

Il nodo dei PAS

Il nodo più difficile da sciogliere riguarda i PAS: i sindacati difendono il risultato ottenuto con l’intesa siglata con Conte il 24 aprile scorso e soprattutto l’accordo più o meno informale raggiunto con il senatore leghista Mario Pittoni, accordo dal quale ebbe origine il decreto “salvaprecari” approvato ai primi d’agosto dal Governo, seppure con la formula del “salvo intese”.

Come si ricorderà, però, quel decreto era stato contestato da una parte consistente del M5S e in particolare da un gruppo di senatori e deputati che facevano capo a Bianca Granato, Luigi Gallo e Lucia Azzolina.
Ma la stessa Azzolina, adesso, è anche sottosegretario all’istruzione e quindi non sarà facile “convincerla” a cambiare idea.

La questione stipendi

Per il resto, rinnovo del contratto nazionale innanzitutto, il Ministro sta ribadendo che con la legge di bilancio “pretenderà” uno stanziamento adeguato (almeno un miliardo e mezzo per aumentare gli stipendi).
Il problema è che, quando si aprirà la discussione sul contratto, potrebbero essere gli stessi sindacati a porre una questione di difficile soluzione: va benissimo dare 100 euro ai docenti, ma allora bisogna fare altrettanto anche con tutti gli altri dipendenti pubblici. E a quel punto, a conti fatti, servirebbero non meno di 4 miliardi, somma che – al momento attuale – non sembra proprio alla portata delle casse dello Stato.

 

Reginaldo Palermo

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