“Il rapporto fra l’ammontare delle retribuzioni, in diminuzione, la spesa complessiva, in aumento, e gli investimenti pubblici, in diminuzione, costituisce un inaccettabile scandalo – denuncia il segretario generale – a danno dei pubblici dipendenti e della qualità e della quantità dei servizi pubblici erogati”.
Ma, avverte Nigi, “la grave situazione del pubblico impiego non sembra costituire una priorità del governo che tra l’altro continua a classificare ‘riforma’ incentrata sul fattore umano e professionale il decreto legge ‘Madia’ del 24 giugno 2014, n° 90”, che, sottolinea, “non avrà alcun effetto concreto per il miglioramento della pubblica amministrazione e penalizzerà, invece, ulteriormente i pubblici dipendenti”.
“Il governo Renzi, fin dal suo insediamento, non ha tenuto in alcuna considerazione – incalza Nigi – il profondo disagio dei lavoratori del pubblico impiego maturato in anni di ricorrenti penalizzazioni, derivanti da tagli lineari e irrazionali”.
La Confsal auspica che il governo “apra immediatamente i negoziati per il rinnovo dei contratti trovando previamente con la legge di stabilità un’adeguata copertura finanziaria, anche attraverso l’eliminazione di sprechi facilmente individuabili, come le consulenze esterne, e trovi le risorse sufficienti per riconoscere gli scatti di anzianità e le progressioni di carriera del personale pubblico interessato, come quello dei comparti scuola, pubblica sicurezza e protezione civile”.
“Ribadiamo che la copertura finanziaria per le due operazioni deve obbligatoriamente trovare la soluzione in sede di legge di stabilità 2015”.
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