Come abbiamo scritto, oggi, 5 aprile, si apre a Roma il XIII Congresso nazionale della Associazione Nazionale Presidi (Anp), la più importante sigla sindacale dei dirigente scolastici italiani. Presente il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e la sottosegretaria all’Istruzione Paola Frassinetti.
Ecco le parole di Valditara: “La nostra scuola non ha nulla da invidiare alle altre nazioni, ha testimonianze di fantasia e intelligenza. Bisogna ridare centralità alla scuola e autorevolezza ai dirigenti e ai docenti, sia dal punto di vista economico che del rispetto”.
“Un problema che mi sta cuore è quello della semplificazione, qualcosa che chiedono i cittadini e le scuole. Abbiamo varato un piano in 20 punti. C’è stato gradimento sul percorso di semplificazione che abbiamo in qualche modo messo in moto. Vorrei che si eliminassero gli adempimenti cartacei. Stiamo aspettando una risposta sul pagamento delle supplenze brevi. La semplificazione rende più semplice il lavoro dei dirigenti scolastici, credo che dobbiamo ragionare insieme su questo”.
“Sono d’accordo sulla formazione, e sono d’accordo sul middle management, anche se con un percorso fatto di alcune figure sempre più riconosciute. Sul discorso del docente tutor c’è stato un confronto su cui Anp è stato favorevole. La formazione del futuro deve passare dalla personalizzazione degli apprendimenti. Sul tema dei divari territoriali sono stati investiti 325 milioni”.
“Intelligenza artificiale e didattica innovativa: non deve essere persa l’umanizzazione. Voglio insistere su un altro tema, il rispetto e il concetto di autorità. Credo che aver pensato una serie di norme, come quella del voto in condotta, dell’Avvocatura di Stato, deve essere percepito come un cambiamento nei confronti del personale della scuola, che deve essere innanzitutto rispettato e riconosciuto. La parole chiave credo sia lavorare insieme. C’è la seria volontà di cambiare la scuola italiana, affinché svolga la funzione di cambiare la società e permetta ai giovani di avere un successo formativo e lavorativo”.
Ecco le parole di Frassinetti, che ha portato i saluti della presidente del Consiglio Giorgia Meloni: “Alla presidente è caro il discorso del diritto allo studio. Il termine ‘merito’ non è stato tirato in ballo tanto per. Il concetto del lavorare insieme è importante. L’Agenda Sud non sono parole ma fatti. Abbiamo sempre molta attenzione sull’omogeneità, ci sono scuole molto avanti e zone indietro, questo non deve esserci. Il futuro della scuola è anche questo, è mantenere la capacità di capire le opportunità e i rischi delle nuove tecnologie. Abbiamo la volontà di innovare e di star al fianco del personale: tutto è diventato più complesso. Faremo di tutto per non deludervi”.
Ecco le parole del presidente Anp Antonello Giannelli: “Vanno ripensate le modalità di reclutamento del personale, assegnando alle scuole la facoltà assunzionale. Credo sia superfluo ricordare che l’85% dei candidati ha superato lo scritto e ciò ha vanificato tutto. L’impossibilità di gestire dal centro le assunzioni è sotto gli occhi di tutti, l’Anp dice basta”.
“Poi la formazione iniziale e in servizio dei docenti non deve più essere volontaria ma sistematica. La scuola è il luogo principe dove accogliere le sfide epocali come quella dell’intelligenza artificiale. Occorre agganciare la formazione alle pratiche d’aula, basta con la formazione teorica, non serve a niente. Occorre introdurre il middle management. I dirigenti devono poter delegare specifiche funzioni come previsto dalla legge”.
“Chiediamo una revisione del rapporto tra le competenze degli organi collegiali e quelle dei dirigenti. Il sistema è superato e inefficace. Il lavoro del dirigente scolastico dovrebbe essere quello di garantire la qualità dell’offerta formativa e spesso ciò non è possibile. Il suo ruolo completo è di manager della scuola. I dirigenti sentono l’esigenza di un rinnovamento della didattica. La digitalizzazione richiede innovazione, il Pnrr sta dotando le scuole di ambienti di apprendimento innovativi, mentre la didattica è trasmissiva e ferma alla riforma Gentile. La scuola deve rispondere alle esigenze del Paese, un popolo preparato fa crescere il PIL”.
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