Si svolgerà a partire da oggi fino a domenica 16 ottobre, a Bari, il Congresso Nazionale tenuto dall’associazione Anisa (Associazione Nazionale Insegnanti di Storia dell’arte) presso la quale si sono iscritti e radunati 650 insegnanti schierati apertamente in difesa della scuola dell’arte nelle scuole italiane. Appassionati, pronti a mettersi in gioco e intenzionati a cambiare le sorti di questa materia che, specie negli ultimi anni, è messa di continuo a dura prova dalle riforme che si susseguono di governo in governo.
Eppure è paradossale che proprio in un paese a dir poco ricco come l’Italia una disciplina simile sia perennemente messa da parte, trascurata e svalutata.
I docenti infatti si ripropongono di dare voce a questa materia che, a loro avviso, suscita e alimenta un senso di appartenenza verso il proprio paese, valore che ultimamente i giovani stanno perdendo.
Rafforzare la storia dell’arte dunque equivarrebbe a stimolare anche la dimensione e la percezione della cittadinanza, ecco perché bisognerebbe rilanciarla tanto dal punto di vista culturale quanto da quello socio politico. L’obiettivo che l’Anisa si ripropone quindi va oltre la semplice salvaguardia di una disciplina scolastica, ma trova le sue radici nel miglioramento e nella crescita intesi nel loro senso più civico.
La proposta è quella della storia dell’arte a costo zero, ovvero affidare ai professori di arte le sorti di un insegnamento già esistente, quello di “Cittadinanza e Costituzione”, e permetter loro di portarlo avanti nei bienni di tutti gli indirizzi di studio. Più che di insegnamento generico di taglio umanistico dunque sarebbe opportuno parlare di formazione dello studente, di pratiche nuove che favoriscano l’apertura e la conoscenza del territorio in cui si vive, delle ricchezze nei musei.
In questo modo si potrebbe portare gli allievi ad instaurare un confronto personale con il patrimonio artistico e architettonico, sviluppando così anche una particolare sensibilità.
La storia dell’arte, come molte discipline oggi in declino, è indispensabile nelle scuole dal momento che le aiuta ad essere il luogo nel quale gli studenti non solo apprendono ma elaborano anche il proprio futuro e la propria personalità. Inoltre è evidente che l’Italia sottovaluti il proprio patrimonio artistico anche sotto l’aspetto meramente economico: individuare percorsi di sviluppo validi in questo senso, magari sul modello europeo, implicherebbe di sicuro una crescita significativa e non indifferente.
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