In un mercato del lavoro sempre più globalizzato, la conoscenza dell’inglese si rivela un vantaggio decisivo. Diversi studi, sia a livello nazionale che internazionale, indicano che i lavoratori che padroneggiano l’inglese guadagnano mediamente stipendi più alti rispetto ai loro colleghi meno competenti nella lingua. La differenza di retribuzione non è marginale e riguarda settori che spaziano dall’ingegneria e tecnologia alla finanza, dal marketing fino al settore sanitario.
Secondo una recente analisi dell’OCSE, i lavoratori in Italia con una buona padronanza dell’inglese guadagnano mediamente tra il 15% e il 30% in più rispetto alla media dei loro colleghi. Un sondaggio condotto dall’Eurostat nel 2023 ha riportato che, tra i laureati italiani con un livello di inglese avanzato (livello C1 o C2), il 62% ha uno stipendio annuo superiore ai 35.000 euro, contro il 48% dei laureati con un livello intermedio o base della lingua. Questo divario si amplia nei settori in cui l’inglese è indispensabile, come il marketing e la finanza, dove la differenza salariale può superare il 40%.
A livello sociale, l’inglese è ormai riconosciuto come una lingua “ponte” che permette di connettere aziende e persone in tutto il mondo. Le aziende cercano sempre più spesso persone che non solo sappiano svolgere il proprio ruolo, ma che siano in grado di comunicare in un contesto internazionale. Questo è evidente soprattutto nelle multinazionali, ma anche nelle piccole e medie imprese, sempre più propense ad espandere i propri mercati o a collaborare con aziende straniere.
Gli esperti del mercato del lavoro sottolineano che un’adeguata competenza linguistica può accelerare la carriera, facilitando accesso a promozioni, trasferimenti all’estero e nuove posizioni di responsabilità. In particolare, nel settore tecnologico e scientifico, la conoscenza dell’inglese permette ai lavoratori di accedere più facilmente a corsi di formazione e aggiornamenti professionali internazionali, ampliando così il loro valore per le aziende.
L’investimento nella conoscenza dell’inglese è inoltre un fattore sociale che cambia lo scenario per i giovani laureati e per coloro i quali si impegnano nell’apprendimento della lingua inglese anche tramite studi online, che sono maggiormente efficaci quando si viene affiancati da docenti madrelingua, come avviene nel caso di portali quali speaking at home. Una ricerca del Centro Studi Censis ha rilevato che il 76% dei giovani professionisti tra i 25 e i 35 anni ritiene che conoscere bene l’inglese sia una competenza fondamentale per ottenere un lavoro ben remunerato. Inoltre, il 48% degli intervistati ha dichiarato di essere disposto a investire parte del proprio stipendio per migliorare ulteriormente il proprio livello di inglese.
Da un punto di vista occupazionale, l’importanza dell’inglese sta diventando centrale anche in settori tradizionalmente “locali” come il turismo, la moda e la ristorazione, dove il turismo internazionale gioca un ruolo crescente. Questo fenomeno è stato ben osservato in città come Roma, Milano e Firenze, dove la domanda di personale multilingue è in continua ascesa.
La società si sta muovendo verso un’economia sempre più interconnessa, e l’inglese, nonostante la diffusione di altre lingue globali, rimane lo strumento comunicativo preferito tra culture e mercati diversi. Per chi si affaccia oggi al mondo del lavoro, investire nella conoscenza dell’inglese non è solo un’opportunità, ma una scelta strategica per il proprio futuro lavorativo e sociale.
L’Italia, tuttavia, deve ancora colmare un gap linguistico con altri paesi europei come i Paesi Bassi, la Svezia e la Germania, dove la conoscenza dell’inglese è ormai considerata una competenza di base.
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