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Conoscenze o competenze? Il pedagogista Corsini: no alla contrapposizione, la competenza contiene anche la conoscenza

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Il tema del rapporto tra conoscenze e competenze è da sempre al centro del dibattito pedagogico, talvolta con risvolti ideologici che associano alla cosiddetta scuola delle competenze un’idea che vuole l’istituzione educativa “assoggettata” al mondo del lavoro. Ma come stanno le cose, in realtà, al di là dei preconcetti? Cosa si intende per conoscenze e cosa per competenze? Ne ha discusso il direttore della Tecnica della Scuola, Reginaldo Palermo, con Cristiano Corsini, docente di pedagogia sperimentale presso l’Università di Roma 3, esperto di valutazione scolastica.

“Da letteratura, le competenze sono la comprovata capacità di affrontare situazioni problematiche e sfidanti mettendo in moto le proprie risorse (cognitive, affettive e così via),” spiega il professore Corsini citando Michele Pellerey.

“Quindi la competenza è un costrutto complesso. Le conoscenze non vanno messe in contrapposizione con le competenze, è un errore: le conoscenze sono fondamentali per sviluppare competenze. Le competenze non possono essere sviluppate senza le conoscenze disciplinari, che vanno a costituire la fondamentale e necessaria dimensione cognitiva e disciplinare dell’apprendimento e dello sviluppo di competenze”.

Insomma, “le competenze senza conoscenze sono vuote e le conoscenze senza competenze sono cieche,” aggiunge il vice direttore Palermo, parafrasando Kant. Il professore Corsini è d’accordo e spiega ulteriormente il concetto agganciandolo ai processi valutativi. Nel video l’intervista integrale.

L’opinione di Cristiano Corsini sulle prove Invalsi

In chiusura, la battuta dell’esperto di valutazione sulle prove Invalsi: “Rappresentano un prezioso strumento per ragionare sul livello di conoscenze e abilità necessarie per risolvere i quesiti, ma non sono prove di competenza. Ma non è un problema dell’Invalsi: se io assegno una missione impossibile all’Istituto non posso prendermela con l’Invalsi. Non possiamo pretendere di leggere nelle prove Invalsi lo sviluppo di competenze”.