I lettori ci scrivono

Conosci il perché del disservizio scolastico?

La scuola italiana è in crisi: gli esiti del servizio scolastico non corrispondono alle attese. Due situazioni sono sufficienti per dimostrarlo:

Febbraio 2017 – Seicento docenti universitari inviano una lettera aperta al Presidente del Consiglio per denunciare le carenze linguistiche degli studenti che accedono agli studi accademici.

Maggio 2019 – Rapporto Istat: più di un terzo degli studenti del terzo anno della scuola secondaria di primo grado (ex media) non riesce a decodificare testi e a affrontare quesiti matematici.

L’accidia del Miur è da porre all’origine del disservizio:

 

  • La finalità del sistema scolastico è stata modificata.

La promozione di competenze è il nuovo orientamento: la conoscenza non è più il fine istituzionale, ma “lo strumento, l’occasione” per stimolare l’apprendimento.

Nelle scuole il concetto “competenza” non ha un univoco significato per cui la confusione regna sovrana, nel disinteresse dei ministri che, negli anni, si sono succeduti.

Un complesso organizzato può essere efficace se non conosce i traguardi da perseguire?

Anche l’ufficializzazione dell’impreparazione dei docenti nella certificazione delle competenze [Italiaoggi 12/12/17] non è riuscita a rimuovere l’indolenza del Miur.

  • L’aver posto a traguardo le qualità degli studenti aumenta a dismisura la dimensione del problema educativo: la finalità è unica per tutti gli insegnamenti.

La struttura decisionale e la progettazione collegiale sono diventate le chiavi di volta del governo del sistema scolastico. Questioni risolte dal DLgs 297/94 e dal DPR 275/99 che hanno introdotto sia il nuovo, necessario disegno organizzativo, sia le linee guida per gestire i processi d’apprendimento:

  • Se il ministero avesse visionato gli organigrammi che le scuole hanno messo in rete, avrebbe constatato la sistematica trasgressione delle norme: le funzioni d’indirizzo e di quelle amministrative sono sovrapposte [Dlgs. N.150/2009 art. 37].
  • Se il ministero avesse visionato i Ptof elaborati dalle scuole, avrebbe constatato le carenze riscontrabili nella progettazione formativa, nella progettazione educativa e nella progettazione dell’istruzione.

Inadempienze colpose perché il compito primario di un organo esecutivo dello Stato è garantire l’applicazione della legge.

La legge 107/2015 ha accresciuto lo stato confusionale, perché si è fatta paladina della negligenza:

  1. Il comma 7, che elenca gli “obiettivi formativi ritenuti prioritari”, dimostra l’estraneità del concetto “competenza” dalla cultura del legislatore;
  2. Si è schierata sul fronte della conoscenza per avversare quello delle competenze: inequivocabile il significato dell’eliminazione della finalità educativa dalla sua titolazione;
  3. Ha posto l’insegnamento disciplinare a fondamento del servizio, a detrimento della progettazione;
  4. Ha ignorato i dettami delle scienze dell’organizzazione per affermare la preminenza del dirigente scolastico;
  5. Ha depotenziato gli organismi collegiali.

Il campo del problema è stato scandagliato. Si vedano in rete:

  • La professionalità dei docenti: un campo inesplorato
  • Coraggio! Organizziamo le scuole
  • Quale formazione per il dirigente scolastico?

 

Enrico Maranzana

 

 

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