L’ultimo rapporto annuale sull’educazione dall’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, “Education at a Glance 2009” contiene una interessante quantificazione del vantaggio medio che un laureato ottiene in busta paga rispetto ad un collega di lavoro che si è fermato al diploma. La ricerca comparativa, presentata a Parigi l’8 settembre, ha infatti rilevato che se si guarda all’intera vita lavorativa gli studi universitari ripagano ampiamente: essere rimasti sui libri per ulteriori 4-5 anni comporta non solo minori rischi di disoccupazione, ma anche un vantaggio sensibile sui salari dei lavoratori. Una differenza che si riscontra in particolare su alcuni Paesi. Tra cui l’Italia.
In termini numerici, se il gap medio riscontrato nell’area Ocse è pari a 160 mila dollari (gli uomini 186 mila dollari, per le donne 134.000 dollari), nella nostra penisola la forbice diventa ben più larga: tanto da far registrare una differenza di guadagno complessivo addirittura di 322 mila dollari.
Ma quello italiano non è un record. Con ben 367.000 dollari, il maggior reddito supplementare viene fatto registrare dai laureati maschi statunitensi. Dove peraltro permane una netta differenza rispetto alle lavoratrici: negli Stati Uniti le donne laureate si fermano infatti a 229.000 dollari in più rispetto alle non laureate.
Numeri che rappresentano un segnale evidente: ancora oggi le opportunità di carriera e di guadagno complessivo che ha il sesso femminile rimangono ben al di sotto di quello maschile. Una realtà che riguarda, indistintamente, tutti i continenti.