La circolare MIUR del 20 novembre, inviata a tutti gli Uffici Scolastici Regionali e relativa al consenso informato, sta fomentando una polemica che in realtà è molto lontana dai termini della questione e che invece rappresenta bene l’animo falsato con cui le diverse parti si accostano al tema educativo. Vale a dire che alcune associazioni genitori, stando a dichiarazioni riportate dai giornali, mostrano di essere ben lontani dal conoscere la realtà scolastica su cui, invece, così apertamente si esprimono in modo tanto parziale. O di non aver letto e compreso la su citata circolare.
Questa, infatti, non fa che ribadire quanto è già legge dal 1999 e cioè che ai fini della predisposizione del PTOF (prima POF) da parte del Collegio docenti, vengano promossi necessari rapporti con le famiglie, perché siano messe nelle condizioni di conoscerlo per tempo, prima delle iscrizioni. Pertanto si raccomanda che venga predisposto e pubblicato con sempre più largo anticipo.
Ma soprattutto conferma, e sembra essere questo il punto su cui più si polemizza, che la partecipazione a tutte le attività che non rientrano nel curricolo obbligatorio, ivi inclusi gli ampliamenti dell’offerta formativa di cui all’articolo 9 del D.P.R. n. 275 del 1999, è, per sua natura, facoltativa e prevede la richiesta del consenso dei genitori per gli studenti minorenni, o degli stessi se maggiorenni. In caso di non accettazione, gli studenti possono astenersi dalla frequenza.
Cosa che, appunto, è già legge fin dal ’99. Non si comprende in nessun modo, quindi, né il grido di vittoria di alcune associazioni genitori che mostrano così, in modo allarmante, l’effettiva ignoranza delle norme che regolano la vita dell’istituzione scolastica con la quale dovrebbero collaborare e dialogare; né, d’altra parte, l’indignazione di chi vi vedrebbe un’azione lesiva dell’autonomia professionale dei docenti e dell’autonomia scolastica, perché si offrirebbe alle famiglie “un servizio a domanda individualizzata, l’esatto opposto che la Costituzione affida all’istruzione”, come recita la nota congiunta dei sindacati Cgl Cisl e Uil, dal momento che il MIUR fa esplicito riferimento a percorsi extra – curriculari del tutto al di fuori degli obiettivi di apprendimento delle indicazioni nazionali di riferimento; cosa che, lo ripetiamo ancora, è legge dal 1999!
La circolare, come asserisce all’inizio, vuole essere una risposta a
quesiti da parte di numerose famiglie e istituzioni scolastiche in merito alla tempistica con la quale il Piano triennale dell’offerta formativa (PTOF) deve essere approvato e comunicato alle famiglie, nonché alle modalità con le quali le famiglie devono esprimere il consenso, ove occorra, al fine della partecipazione degli alunni e studenti alle attività extracurricolari ivi previste.
È questo e soltanto questo. L’AGe, piuttosto, si sente di stigmatizzare l’atteggiamento intellettualmente scorretto con il quale, purtroppo, spesso si partecipa al dialogo scuola – famiglia; un valore tanto prezioso e fragile, che proprio per questo andrebbe preservato da ogni forma di alterazione ideologica della verità.
Associazione Italiana Genitori A.Ge. Onlus