La reintroduzione dell’Educazione Civica (legge 92/19), compie tre anni e la sperimentazione prevista dalla legge dovrebbe dare gli esiti dei percorsi realizzati e tra le buone pratiche è ben evidenziato il Consiglio Comunale dei Ragazzi, che offre agli studenti l’opportunità di fare esperienza diretta di democrazia e di cittadinanza attiva e responsabile
Molte scuole, classi, gruppi interdisciplinari di docenti hanno sviluppato notevoli progetti e non mancano le difficoltà applicative del compito del docente referente ed in particolare dei criteri condivisi in vista della valutazione finale.
Che voto assegnare in Educazione Civica ad un ragazzo intelligente, vivace, brillante, con un rendimento scolastico elevato e votazione tra 8 e 9/10, ma poco rispettoso dei compagni, a volte aggressivo e discriminatorio nelle relazioni, poco attento alla socializzazione?”
Questi interrogativi fanno emergere la problematica connessa all’insegnamento trasversale dell’Educazione Civica che oltre a trasmettere nozioni e contenuti ha il compito di far acquisire competenze e per un apprendimento efficace contribuire a modificare il modo di pensare, di sentire e di agire.
Attingendo allo scrigno prezioso dell’Educazione civica, che va dalla Costituzione alla salute; dalla legalità al benessere, e al galateo; dal rispetto della natura e dell’ambiente, al risparmio energetico e alla raccolta differenziata ed ancora l’educazione stradale, alimentare, ambientale, la “cittadinanza digitale” e le indicazioni dell’Agenda 2030, la norma prescrittiva delle 33 ore di insegnamento trasversale va gestita necessariamente con saggezza ed ampia progettualità nella costruzione di un curricolo verticale e interdisciplinare che conduca al traguardo del “senso civico”.
Manca ancora in alcune realtà scolastiche l’abitudine e la mentalità del progettare insieme e collaborare, sia per mancanza di spazi orari, come pure la scarsa attitudine ad osservare in itinere, per poi valutare in base a dati e documentare un’attività che non è più disciplinare e sommativa, ma collegiale e formativa.
Non sono da registrare le ore di insegnamento impartite dai vari docenti, bensì quanto di questi insegnamenti è diventato apprendimento ed ha contribuito positivamente alla formazione dell’uomo e del cittadino.
Ecco perché si propone di adottare il “portfolio delle competenze di cittadinanza”, nel quale ogni studente registra in chiave di autovalutazione i benefici dei contributi formativi offerti trasversalmente dai docenti della classe.
Il progetto didattico del Consiglio Comunale dei Ragazzi (CCR) che quest’anno compirà 30 anni, essendo stato avviato nella scuola di Motta S Anastasia nel marzo del 1992, è validato dai positivi successi e benefici educativi apportati in ben 700 scuole ed è presente in tutte le regioni d’Italia.
Dopo una specifica preparazione delle finalità del progetto, coinvolge come elettorato passivo le classi seconde medie, così da assicurare l’esercizio di un “mandato” per l’intero anno scolastico ed un servizio di accompagnamento al successivo Consiglio.
L’azione elettorale attiva, l’esercizio del voto, è esteso a tutti gli studenti della scuola comprese le classi quarte e quinte della scuola Primaria.
La scelta dei candidati a sindaco e consigliere avviene mediante elezioni semplici nelle classi seconde e dopo la formazione della lista dei candidati a sindaco e delle tre liste dei consiglieri si sceglie il motto e si elaborano i programmi.
La presentazione dei programmi, i cosiddetti “comizi”, impegna i candidati in un esercizio attivo di comunicazione e relazione con il pubblico, palestra di apprendimento e di pratica relazionale e comunicativa.
Il giorno delle votazioni, diventa una lezione di pratica elettorale: registrazione, scheda, matita, preferenze, cabina, urne e tutti i ragazzi prendono consapevolezza e coscienza di quanto avviene nei seggi elettorali il giorno delle elezioni nazionali, regionali e comunali.
I ragazzi delle classi terze, individuati come componenti dei seggi elettorali fanno anche pratica dello spoglio delle schede, del conteggio dei voti e dell’eventuale ballottaggio qualora non si raggiunga il quorum del 50% + uno delle preferenze.
I componenti del CCR, individuati, scelti e votati, secondo ben precise caratteristiche di impegno nello studio, serietà di comportamento, attenzione agli altri e spirito di servizio e di collaborazione, nel corso dell’anno mettono in atto i progetti e le iniziative programmate nella “campagna elettorale” e diventano protagonisti attivi nella scuola considerata “piccola città”.
La strategia metodologica del “learning by doing” che John Dewey ha proposto come guida per un apprendimento efficace, trova nel progetto del CCR piena ed ampia applicazione e i ragazzi prendono coscienza e consapevolezza della definizione di politica intesa come “ricerca del bene comune”, imparano il valore della democrazia, facendo esperienze di partecipazione attiva e responsabile, “collaborando per la crescita sociale e civile della comunità scolastica”.
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