Le istituzioni europee, con particolare riferimento al rispettivo assetto democratico ed ai valori dei Padri Fondatori, hanno da sempre manifestato il loro interesse ed impegno nei confronti del mondo della scuola e della formazione continua, invitando gli esecutivi a garantire una spesa maggiore (in rapporto al PIL), stipendi e salari maggiori e condizioni contrattuali quantomeno decenti per l’esercizio consueto della professione, che resta una delle più sottovalutate a livello globale. In quest’ottica, legata all’aggiornamento professionale per chi “crea, compone” i cittadini del futuro con il supporto delle famiglie, si performa e configura la formazione continua degli insegnanti: le precedenti indicazioni emesse in sede di riforma Moratti, Fioroni e Profumo, con menzione dovuta di Gelmini e Renzi, hanno di fatto garantito, anche se in maniera limitata, lo svolgimento di corsi al fine di completare e aggiornare la figura dell’insegnante ed il suo ruolo in una società sempre più disomogenea, globale ed interdipendente. Il Consiglio D’Europa ha promosso nella penisola balcanica dei progetti di aggiornamento professionale che mirano alla regolare acquisizione dei valori europei e democratici in vista di un probabile allargamento UE nella penisola balcanica nel prossimo biennio.
Dal 16 al 20 maggio i rappresentanti di 59 scuole selezionate in Serbia hanno ulteriormente sviluppato le proprie capacità di formazione. La formazione, organizzata nell’ambito dell’Educazione di qualità per tutta l’azione in Serbia, ha aiutato gli educatori a rafforzare ulteriormente le loro capacità di formatori ai valori democratici UE. Il rappresentante del Ministero dell’Istruzione, della Scienza e dello Sviluppo Tecnologico ha accolto i partecipanti e li ha ringraziati per gli sforzi profusi per promuovere una cultura democratica nelle scuole, con diretto riferimento all’allargamento prossimo dei confini dell’Unione. Durante l’evento, i partecipanti hanno lavorato con i formatori del Consiglio d’Europa per imparare come prepararsi per la didattica in classe, come pianificarla, come preparare i materiali necessari e come erogare la formazione stessa. Circa 39 scuole insieme ai loro istituti tutor, che sono formatori plasmati sulle competenze per la cultura democratica (CDC), hanno creato un piano di formazione sui CDC che le scuole possono consegnare ai loro colleghi al loro ritorno. “Dopo questi incontri, sarà per noi possibile progettare una formazione durante la quale altri colleghi familiarizzeranno con il Quadro di riferimento delle competenze per la cultura democratica (RFCDC) e impareranno come implementarlo nel processo di insegnamento ” o “le idee che abbiamo ricevuto sono fonte di ispirazione e sufficienti per produrne di nuovi che possono essere aggiornati o adattati e implementati in qualsiasi scuola. Alcune delle attività che abbiamo organizzato sono il prodotto dello scambio di idee durante il precedente apprendimento tra pari” sono esempi del tipo di osservazioni che i partecipanti hanno condiviso con il team di lavoro in sede dei colloqui.
A livello legale, l’allestimento dei corsi di formazione è basato sulle Indicazioni per la didattica offerte e pubblicate globalmente dal Ministero dell’Istruzione, secondo precisi traguardi, programmi ed obiettivi. I limiti espressi nella somministrazione della didattica sono, dovrebbero trattarsi delle basi logiche su cui dimensionare la formazione continua, spesso indeguata e limitata. Aspetto interessante, oltre alla ad insegnare i valori democratici europei, potrebbe essere quello di dimensionare effettivamente la didattica delle discipline all’interno di un particolare assetto scolastico: come insegnare la storia negli Istituti di Formazione Professionale? Come integrarla, secondo le indicazioni De Mauro, alle discipline geografiche, letterarie e geografiche? Come utilizzare le fonti scritte e/o orali? Questi quesiti, espressi da insegnanti di tutte le discipline, sono alla base di una didattica completa, coesa ed organica. La formazione continua non è solo una mera serie di corsi ed incontri, ma un’opportunità per contestualizzare le proprie attitudini ed abilità di docente con il presente e le esigenze effettive di una generazione sempre in movimento.
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