La sesta sezione del Consiglio di Stato, infatti, ha ordinato ai due ministeri l’emanazione del piano generale di edilizia scolastica previsto dall’articolo 3, comma 2 del DP.R. n. 81 del 2009 («Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane»).
Ciò significa che il Codacons, l’associazione dei consumatori, ha chiesto e ottenuto che si applichi quanto previsto dal D.P.R. n. 81/2009: “Restano confermati i limiti massimi di alunni previsti dal decreto 331/1998 (Legge sulla formazione delle classi che rispettava i tetti di alunni/classe indicati dalle norme sulla sicurezza) per le istituzioni scolastiche individuate in un apposito piano di riqualificazione dell’edilizia scolastica».
Niente classi pollaio, dunque, nelle scuole italiane. Non più di 25 alunni per classe. La class action del Codacons ha funzionato, dopo aver ricevuto una prima sentenza favorevole dal Tar che aveva ordinato al Ministro Gelmini di emanare il Piano generale di edilizia scolastica, previsto dall’art. 3 del D.P.R. 20 marzo 2009, n. 81. Contro la decisione il Miur aveva presentato ricorso al Consiglio di Stato, ora rigettato.
E’ una decisione importante questa per la riforma della scuola targata Gelmini che si basa proprio sull’aumento del rapporto alunni/docente all’interno di un quadro nazionale di istituti non a norma in termini di sicurezza, se non addirittura fatiscenti (che si attestano oltre il 50%).
Il Miur adesso dovrà garantire sicurezza agli edifici e farlo in fretta. Per l’aumento degli alunni per classe c’è tempo.