Le RSU vanno rinnovate al più presto: è questo, in sintesi, il senso del parere espresso nei giorni scorsi dal Consiglio di Stato su richiesta del Dipartimento funzione pubblica.
In sostanza il Consiglio di Stato ritiene che non ci siano più motivi per rinviare ulteriormente le elezioni delle RSU.
Il problema nasce dalla disposizione del “decreto Brunetta” secondo cui le RSU dovevano essere prorogate fino al 30 novembre 2010, in attesa che venissero definiti i nuovi comparti di contrattazione (4 anziché i 9 attuali).
Entro la data del 30 novembre i nuovi comparti non sono stati definiti e da qui nasce appunto il problema: si possono (o addirittura si devono) rinnovare le RSU comunque o è necessario che venga firmato l’accordo quadro sui nuovi comparti ?
Al quesito il Consiglio di Stato ha risposto negativamente
Secondo il Consiglio il mancato rinnovo delle RSU “non può andare a detrimento del diritto dei lavoratori alla rappresentanza sindacale” e quindi le elezioni devono svolgersi anche con riferimento ai comparti di contrattazione attualmente in vigore.
Facendo poi riferimento anche ad una vecchia sentenza della Corte Costituzionale il Consiglio sottolinea che le elezioni sono necessarie anche perché esiste “un naturale – e costituzionalmente protetto – dinamismo della rappresentanza sindacale che richiede verifiche periodiche e non ammette cristallizzazioni”.
Da tutto ciò, secondo il Consiglio, consegue che “la legge ordinaria non può comprimere il diritto alla rappresentanza sindacale se non in modo temporaneo e con cadenze certe”.
Secondo il Consiglio il mancato rinnovo delle RSU “non può andare a detrimento del diritto dei lavoratori alla rappresentanza sindacale” e quindi le elezioni devono svolgersi anche con riferimento ai comparti di contrattazione attualmente in vigore.
Ma, soprattutto, il Consiglio sostiene: “il diritto delle elezioni, una volta scaduti i termini di sospensione delle stesse eccezionalmente previsti in correlazione ad un mutamento di sistema delle relazioni sindacali, si riespande in modo automatico ove non si sia nei fatti verificato alle cadenze temporali previste, il passaggio al nuovo sistema”.
A questo punto gli eletti potranno rimanere in carica per tre anni come da disciplina contrattuale.
“Tuttavia – conclude il Consiglio – se prima del decorso del predetto triennio si arriverà alla definizione dei nuovi comparti previsti dalla riforma sarà necessario indire con immediatezza le nuove elezioni, e le rappresentanze sindacali in carica secondo le vecchie regole rimarranno in carica fino all’insediamento dei nuovi eletti nei comparti revisionati”.
Insomma, adesso è tutto chiaro.
Resta da vedere se e come il Dipartimento della Funzione Pubblica vorrà recepire il parere e consentire il rinnovo delle RSU, come peraltro chiede da tempo la Cgil.
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