Ci vorrà ancora qualche giorno per esaminare con attenzione i dati sulla consultazione su “La Buona Scuola” presentati oggi dal Governo, perchè, almeno ad una prima lettura appaiono talora contraddittori fra di loro. La lettura dei dati, insomma, non ci sembra univoca e quindi bisognerà leggere meglio le “slides” proposte dal Ministero: per esempio i docenti invocano la collegialità ma al tempo stesso chiedono che nella scuola entrino figure specialistiche per la gestione del disagio, delle difficoltà di apprendimento e quant’altro. C’è persino la richiesta di istituire una cattedra specifica per l’insegnamento dell’italiano come seconda lingua.
Su altre questioni le tendenze che sembrano emergere sono per la verità piuttosto sorprendenti
Come quella relativa alla proposta del Governo di legare carriera e stipendi al merito.
Il Ministro ha già detto che l’80% è d’accordo con la proposta del documento Buona Scuola, c’è invece chi sostiene che ha stravinto il sistema misto, scelto dal 45% di chi ha risposto alla consultazione (il sistema legato solo al merito ha avuto il 35% di preferenze).
A noi pare che parlare di vittoria netta di questo o quel modello sia un po’ difficile.
Ma è del tutto fuori discussione che il meccanismo attuale, legato solo all’anziantià, ne esce sonoramente sconfitto.
E su questo punto i sindacati farebbero forse bene a riflettere.
Ma il dato più interessante ci sembra un altro: a sostenere fortemente il merito sono gli studenti (persino più dei dirigenti scolastici). Il ragionamento che sta alla base potrebbe essere: “Ma per quale motivo uno studente non molto bravo deve essere penalizzato mentre il docente poco preparato o poco attento alle dinamiche della classe deve essere messo sullo stesso piano di insegnanti migliori?”