Dà da pensare la relazione del ministro della Salute, Renato Balduzzi, presentata nei giorni scorsi al Parlamento sui consumi alcolici, sui comportamenti a rischio e sugli interventi di contrasto attivati dal Ministero: secondo il rapporto, datato dicembre 2011, negli ultimi anni il consumo a rischio di alcol risulta stabile o addirittura in calo fra i ragazzi minorenni ed è diminuita, in generale, la mortalità legata a patologie connesse all’uso dell’alcol, ma tra i giovani il consumo e spesso l’abuso resta ancora troppo alto. La percentuale di ragazze tra i 14 e i 17 anni consumatrici di alcol, ad esempio, è raddoppiata negli ultimi 15 anni.
A preoccupare, spiega Balduzzi nella relazione, è soprattutto il ‘binge drinking’, la moda arrivata dal Nord Europa di consumare bevande alcoliche diverse in quantità in un breve arco di tempo. Anche in Italia si è ormai diffusa stabilmente a partire dal 2003 e da allora ha registrato un costante aumento in entrambi i sessi: nel 2010 ha riguardato il 13,4% degli uomini e il 3,5% delle donne, tra le quali nella fascia d’età 18-24 anni sale al 9,7%.
In generale nel decennio 2000-2010 è cresciuta tra i giovani e i giovani-adulti, sia uomini che donne, l`abitudine al consumo di superalcolici, aperitivi e amari, spesso lontano dai pasti e con frequenza occasionale. Il consumo fuori pasto si è particolarmente radicato tra i più giovani e i giovanissimi: nella fascia di età 18-24 anni i consumatori fuori pasto sono passati dal 33,7% al 41,9% e tra i giovanissimi di 14-17 anni dal 14,5% al 16,9%. Tra le ragazze di quest`età negli ultimi 15 anni la quota di consumatrici fuori pasto si è quasi triplicata (dal 6% del 1994 al 14,6% del 2010).
Secondo l’Istituto superiore di Sanità, in Italia il 25,4% degli uomini ed il 7,3% delle donne di età superiore a 11 anni, circa 8.600.000 persone, consumano alcolici senza rispettare le indicazioni di consumo delle agenzie di sanità pubblica, esponendosi a rischi alcolcorrelati. Dal 1996 al 2009 sono cresciuti gli alcoldipendenti in trattamento nei servizi pubblici e la percentuale dei ricoveri ospedalieri per cirrosi alcolica, ma negli ultimi due anni il dato della mortalità correlata all’uso dell’alcol è diminuito: -12% dal 2007 al 2008, è in lieve calo la percentuale degli utenti in trattamento (-1,8% dal 2008 al 2009) e in particolare scende il numero dei nuovi utenti al di sotto dei 20 anni.
A preoccupare, spiega Balduzzi nella relazione, è soprattutto il ‘binge drinking’, la moda arrivata dal Nord Europa di consumare bevande alcoliche diverse in quantità in un breve arco di tempo. Anche in Italia si è ormai diffusa stabilmente a partire dal 2003 e da allora ha registrato un costante aumento in entrambi i sessi: nel 2010 ha riguardato il 13,4% degli uomini e il 3,5% delle donne, tra le quali nella fascia d’età 18-24 anni sale al 9,7%.
In generale nel decennio 2000-2010 è cresciuta tra i giovani e i giovani-adulti, sia uomini che donne, l`abitudine al consumo di superalcolici, aperitivi e amari, spesso lontano dai pasti e con frequenza occasionale. Il consumo fuori pasto si è particolarmente radicato tra i più giovani e i giovanissimi: nella fascia di età 18-24 anni i consumatori fuori pasto sono passati dal 33,7% al 41,9% e tra i giovanissimi di 14-17 anni dal 14,5% al 16,9%. Tra le ragazze di quest`età negli ultimi 15 anni la quota di consumatrici fuori pasto si è quasi triplicata (dal 6% del 1994 al 14,6% del 2010).
Secondo l’Istituto superiore di Sanità, in Italia il 25,4% degli uomini ed il 7,3% delle donne di età superiore a 11 anni, circa 8.600.000 persone, consumano alcolici senza rispettare le indicazioni di consumo delle agenzie di sanità pubblica, esponendosi a rischi alcolcorrelati. Dal 1996 al 2009 sono cresciuti gli alcoldipendenti in trattamento nei servizi pubblici e la percentuale dei ricoveri ospedalieri per cirrosi alcolica, ma negli ultimi due anni il dato della mortalità correlata all’uso dell’alcol è diminuito: -12% dal 2007 al 2008, è in lieve calo la percentuale degli utenti in trattamento (-1,8% dal 2008 al 2009) e in particolare scende il numero dei nuovi utenti al di sotto dei 20 anni.
In generale, ricorda la relazione, l`andamento del complesso di tutti i consumi a rischio risulta stabile dal 2007 in entrambi i sessi e tra il 2009 e il 2010 risulta in calo fra i ragazzi al di sotto dell`età legale.
Un’inversione di tendenza che fa ben sperare, anche se molto c’è ancora da fare soprattutto per i giovani. Una rilevante quota di loro al di sotto dei 16 anni (220.000 maschi e 170.000 femmine), per i quali è rigorosamente raccomandata la totale astensione dal bere, contravviene alle indicazioni di salute relative alla loro età e consumano bevande alcoliche esponendosi a un grave rischio di danni alcolcorrelati.
Secondo il ministro Balduzzi “le politiche di contrasto nazionali e regionali stanno ottenendo qualche riscontro: è necessario continuare a consolidare i dati positivi e contenere i problemi più rilevanti. Dobbiamo aiutare i giovani a fronteggiare le pressioni sociali al bere in contesti significativi come la scuola, i luoghi del divertimento, della socializzazione e dello sport, e realizzare interventi di intercettazione precoce del consumo giovanile a rischio, accompagnandoli con appropriati interventi di sostegno e motivazione al cambiamento”.
Preoccupano i dati della diffusione soprattutto a livello giovanile, che richiedono attenzione e impegno maggiore circa l`educazione al bere sano e moderato da parte di tutti: per questo motivo – ha concluso Balduzzi – ho intenzione insieme al ministro dell`Istruzione, Francesco Profumo, e al ministro Andrea Riccardi, che ha la delega per le politiche giovanile, di approfondire il ruolo delle agenzie educative e della scuola nel contrasto del consumo smodato di alcol”.
Un’inversione di tendenza che fa ben sperare, anche se molto c’è ancora da fare soprattutto per i giovani. Una rilevante quota di loro al di sotto dei 16 anni (220.000 maschi e 170.000 femmine), per i quali è rigorosamente raccomandata la totale astensione dal bere, contravviene alle indicazioni di salute relative alla loro età e consumano bevande alcoliche esponendosi a un grave rischio di danni alcolcorrelati.
Secondo il ministro Balduzzi “le politiche di contrasto nazionali e regionali stanno ottenendo qualche riscontro: è necessario continuare a consolidare i dati positivi e contenere i problemi più rilevanti. Dobbiamo aiutare i giovani a fronteggiare le pressioni sociali al bere in contesti significativi come la scuola, i luoghi del divertimento, della socializzazione e dello sport, e realizzare interventi di intercettazione precoce del consumo giovanile a rischio, accompagnandoli con appropriati interventi di sostegno e motivazione al cambiamento”.
Preoccupano i dati della diffusione soprattutto a livello giovanile, che richiedono attenzione e impegno maggiore circa l`educazione al bere sano e moderato da parte di tutti: per questo motivo – ha concluso Balduzzi – ho intenzione insieme al ministro dell`Istruzione, Francesco Profumo, e al ministro Andrea Riccardi, che ha la delega per le politiche giovanile, di approfondire il ruolo delle agenzie educative e della scuola nel contrasto del consumo smodato di alcol”.