L’ANDIS (Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici) esprime vicinanza e solidarietà alla collega Rosaria Genovese, dirigente dell’Istituto “Santorre di Santarosa” di Torino, querelata da un genitore per aver diviso in due zone i locali del refettorio (secondo le indicazioni espressamente fornite dal Comune di Torino) in modo da consentire ad alcuni studenti il consumo a scuola del pasto domestico.
L’A.N.DI.S. aveva già evidenziato lo scorso 23 settembre con il documento approvato dall’assemblea della sezione regionale del Piemonte, che i dirigenti scolastici “sono chiamati a gestire in sostanziale solitudine e piena responsabilità, un fenomeno di rilevante complessità organizzativa e gestionale, denso di insidie sul piano della sicurezza igienico‐sanitaria, della coerenza educativa e dell’equità sociale”.
In una situazione totalmente nuova, in assenza di indicazioni tempestive e credibili da parte delle Amministrazioni competenti nonché di risorse e strumenti adeguati, i dirigenti scolastici si stanno adoperando per conciliare il doveroso rispetto delle sentenze con le esigenze di tutti gli alunni e di tutte le famiglie e, non ultimo, con i principi educativi alla base dell’offerta formativa delle loro scuole.
Spiace constatare che anziché ricercare con la tenacia e la pazienza del confronto le possibili soluzioni a un problema obiettivamente complesso e con caratteristiche diverse da scuola a scuola, si preferisca la via giudiziaria.
In questo modo si corre il rischio di trasformare le scuole, luoghi educativi per eccellenza, in teatri di dispute legali e di conflittualità permanente
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