In Italia cresce ancora il numero di persone positive al Coronavirus. Il “salto” in un solo giorno è di 3 mila casi: in sole ventiquattr’ore si è passati da poco più di 16.000 19.143 positivi (fortunatamente con meno deceduti).
Sul fronte della scuola crescono le polemiche. Ad accenderle è stato ancora il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, per il quale l’apertura delle scuole avrebbe inciso pesantemente sull’aumento dei contagi. E dice: “Con questi dati le scuole non si aprono”.
“Domani si deciderà dopo una valutazione con l’unità di crisi”, continua De Luca. E’ probabile una conferma, se non un inasprimento, della didattica a distanza.
Il presidente della Campania mette le mani avanti: prima e dopo l’apertura delle scuole, “nella popolazione generale c’è stato un aumento di 3 volte del contagio, nella fascia tra 0 e 18 anni l’aumento è stato di 9 volte”.
Sempre secondo il governatore campano “siamo passati nella fascia 0-5 anni da 88 positivi prima del 24 settembre a 402 positivi a dopo l’apertura – ha spiegato – nella fascia tra 6 ai 10 anni prima 57 contagi, dopo l’apertura 476 contagi, nella fascia 11-14 anni prima 49 contagi, dopo 479 contagi. Nella fascia 15-18, prima dell’apertura 82 contagi e dopo, 558 contagi. Quale genitore degno di questo nome manderebbe i figli a scuola con queste cifre?”.
Anche il governatore della Lombardia Attilio Fontana ha posto più di qualche dubbio sulle lezioni in presenza: con questi dati bisognerà scegliere tra riduzione della gente che va al lavoro o degli studenti che vanno a scuola.
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, però, continua a respingere l’idea di fermare le lezioni in presenza.
Bisogna “lavorare nell’interesse dei ragazzi, l’assenza da scuola avrebbe conseguenze drammatiche per il loro futuro”, ha detto la titolare del dicastero di Viale Trastevere.
Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è tornato a difendere Lucia Azzolina: “In questi mesi – ha detto il ministro grillino – ho visto e letto tante polemiche ad esempio sulla scuola, uno dei comparti che invece sta reagendo meglio e trovo assurda la campagna politica fatta contro la ministra”.
Il premier Giuseppe Conte, intanto, conferma la volontà di mantenere gli istituti aperti: “Siamo ancora dentro la pandemia – ha detto il presidente del Consiglio -, dobbiamo tenere ancora l’attenzione altissima”.
“Forti dell’esperienza vissuta della scorsa primavera dobbiamo contenere il contagio puntando a evitare l’arresto dell’attività produttiva e lavorativa, la chiusura degli uffici pubblici, come la chiusura delle scuole”.
Certamente, però, quasi 20 mila contagi in un giorno non fanno dormire sonni tranquilli: di sicuro, bisognerà ridurre drasticamente l’interazione fisica tra le persone.
E siccome attività produttive e scuola non si toccano, si guarderà al “non essenziale”, quindi ai luoghi di svago, per fare sport e forse anche alla ristorazione. In seno al Governo c’è già chi chiede un blocco di tutte le attività commerciali a partire dalle ore 18.
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