Il Nuovo Dpcm entrato in vigore ieri, 6 novembre, porta con sé tanto rammarico per il Governo, non solo per la Ministra dell’Istruzione Azzolina. Tuttavia, anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è consapevole che si è trattata di una scelta necessaria in questo momento.
Lo rimarca lo stesso premier Conte in una lunga intervista al Corriere della Sera: “Essere passati alla didattica a distanza in particolare per le scuole secondarie di secondo grado è stata una scelta molto dolorosa. Garantiremo comunque l’apertura dei laboratori e la presenza degli studenti con disabilità e con bisogni educativi speciali.”
Tuttavia Conte precisa che “limiteremo questa misura allo stretto necessario“.
Dati dei contagi Covid al 6 novembre: oltre 37 mila nuovi positivi
In merito allo scontro Governo-Regioni sul colore delle zone di rischio, Conte è chiaro: “Sono sei mesi che l’ISS sta sperimentando, insieme alle Regioni, questo meccanismo di monitoraggio. Le Regioni lo alimentano con i dati inviati periodicamente e ne certificano i risultati attraverso i loro rappresentanti che fanno parte della cabina di regia“. E ancora: “Nessuno ha mai messo in discussione, prima di adesso, questo meccanismo e rifiutarlo significa portare il Paese a sbattere contro un nuovo lockdown generalizzato. I cittadini della Lombardia, del Piemonte, della Valle d’Aosta, della Calabria, non ne trarrebbero nessun beneficio. Senza contare l’ingiustizia di imporre lo stesso regime di misure che stiamo applicando alle Regioni rosse anche a cittadini che vivono in territori in condizioni meno critiche“.
A proposito di investimenti, anche per far ripartire la scuola, Conte ha detto nel corso mastershow “Ristoranti, una questione politica”, organizzato il 6 novembre dal Corriere della Sera che Il governo “investito miliardi per la scuola, i trasporti, le università, per i protocolli di sicurezza perfino nelle spiagge, ma nonostante tutto la pandemia è arrivata. E adesso dobbiamo adottare delle misure diversamente graduate per uscirne”.