Il premier Giuseppe Conte ha superato il primo scoglio: dopo la sottrazione delle ministre di Italia Viva, alla Camera dei Deputati si è svolta la prima conta dei voti per la fiducia ed ha ottenuto la maggioranza assoluta. Al Senato potrebbe avere qualche problema in più. Intanto, però, prima del voto – dopo le sue comunicazioni – Conte ha incassato non poche critiche. Dall’opposizione, in particolare dalla Lega, ma anche dai ‘renziani’ e deputati singoli.
Come l’on. Ivan Scalfarotto, che ha parlato di un governo non più all’altezza, perché “ha avuto una condotta mediocre” perché non è stato in grado “di uscire dalle acque tempestose”. Lo dicono anche “i ragazzi che manifestano davanti al ministero dell’Istruzione” e “la gente dello spettacolo che manifesta davanti a Piazza Duomo”.
Scalfarotto si è lamentato “per i numeri di giorni di scuola che abbiamo dedicato ai propri ragazzi” in tempo di pandemia, con la decisione di rientrare “a scuola il 7 gennaio” presa “nella notte tra il 4 e 5 gennaio, perché” questo “è un governo che si riunisce chissà per quale motivo di notte e senza pre-consigli”.
Durissimo è stato anche Vittorio Sgarbi: nella sua dichiarazione di voto, a titolo personale, contro il governo, sul premier ha detto che “questa non è una crisi al buio: è in piena luce e succede perché lei ormai ha perso la protezione del suo principale protettore, Nicola Zingaretti, che l’ha sfiduciato”.
In realtà, ha continuato Sgarbi, “abbiamo perso tutto: la libertà, la scuola, il lavoro. Abbiamo chiuso i musei, i teatri, i cinema, le palestre, i ristoranti. Non è una crisi al buio, è in piena luce. Lei non è stato eletto quindi sia onesto e responsabile, si dimetta e vada in Cina”.
Il deputato del gruppo Misto ha aggiunto che “sta succedendo qualcosa di drammatico e ridicolo”.
Citando il tema della riconoscenza di Guicciardini, ha detto: “Conte è un bravo ragazzo, cantava Salvini quando qualcuno dubitava di lei. Poi quando Salvini se n’è andato, noi pensavamo che se ne andasse con lui, invece con un numero acrobatico è rimasto sostituendo se stesso e poi sostituendo la Lega con il Pd: l’Italia dei due Matteo”.
“Ora chi l’ha voluto, Matteo Renzi, non lo vuole più, non è un paradosso? Lei continua a rimanere, complimenti! Lei rimane e l’Italia se ne va“, ha concluso Sgarbi.
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