Da parte del presidente del M5s, Giuseppe Conte, non c’è stata solo la lamentela contro i tagli alla scuola tramite il Def e gli aumenti per le spese militari: l’ex premier – sempre nel corso dell’incontro on line con il ‘Club dei docenti’ di Treccani Scuola – ha detto che grazie ai suoi due governi abbiamo rimesso “la scuola al centro dell’agenda politica“. Come risorse investite, ha sottolineato, “nel 2020 abbiamo superato i 10 miliardi, anche con il grande impegno della ministra Azzolina. È stata una inversione di tendenza rispetto al passato e mi piacerebbe che continuasse”. Il riferimento di Conte è probabilmente alla fornitura alle scuole che ne hanno fatto richiesta dei banchi monoposto e con seduta mobile (le cosiddette sedie ‘a rotelle), e a tutte di mascherine e gel, ma anche dei tablet e delle connessioni al web fornite alunni indigenti, oltre che dei fondi aggiuntivi assegnati a tutti gli istituti scolastici.
Incentivare i docenti, non il riarmo
Il leader del M5S ha quindi aggiunto che utilizzerebbe “i soldi che si stanno risparmiando, collegati al calo delle presenze dei discenti, per investirli in un miglioramento del trattamento retributivo” degli insegnanti.
A proposito degli investimenti maggiori al ministero della Difesa, Conte ha detto che “non ha senso fare questa rincorsa al riarmo. L’Italia è il secondo paese dopo la Francia nelle spese per la difesa”.
Mentre “il nostro paese deve investire ancora di più nella transizione energetica, nel capitale umano, nella filiera dell’istruzione e nella giustizia sociale”, ha concluso il numero uno dei ‘grillini’.
Le operazioni mancate
In effetti, pressoché tutti gli addetti ai lavori lamentano la mancata adozione di misure strutturali nella scuola, come il rafforzamento dell’edilizia scolastica, l’aumento degli spazi per ospitare nuove classi, l’adozione di sistemi di aerazione automatica nelle aule, la riduzione del numero di alunni per classe.
Ma anche quell’incremento stipendiale a tre cifre che nell’aprile 2019 lo stesso Conte sottoscrisse con i sindacati, alla vigilia delle elezioni europee: allora al Governo c’erano solo il M5s e con la Lega. Oggi la maggioranza è molto più larga. Il risultato, però, è sempre lo stesso: sulla scuola si investe poco o nulla, anzi si taglia.