Parole per lo più di circostanza quelle dette da Conte oggi in diretta sui social e rivolte agli alunni, professori e personale, compresi i genitori in vista della riapertura del nuovo anno fissata per il 14 settembre; a tutti quelli che gravitano in qualche modo nell’universo scuola e a tutti il suo ringraziamento per il lavoro svolto durante il periodo forzato di chiusura delle scuole per la pandemia: ”Insegnanti siete stati tutti straordinari; avete fatto un lavoro ammirevole e per questo vi siamo grati”. E poi rivolto al personale: “Avete lavorato tanto per essere pronti alla riapertura, grazie anche a voi”.
Ma l’attenzione del premier si è incentrata soprattutto sui ragazzi: “La scuola vi consente di realizzare i vostri sogni, la possibilità di rafforzare la vostra coscienza critica”. Ma anche di considerare e perseguire il rispetto della persona umana e della sua dignità, perché la vera forza, ha detto Conte, “risiede nel combattere i soprusi e l’ingiustizia”.
Il rientro in classe è importante, ha continuato, “ci saranno difficoltà all’inizio, ma voi “Fate la vostra parte. Saremo al vostro fianco. Fiducia e ottimismo”. E a questo punto anche una stoccata ai precedenti governi: “Ereditiamo una condizione disastrosa aggravata ora dalla pandemia” per cui tocca anche ai ragazzi mettercela tutta per risollevarne le sorti e dunque l’invito è di rispettare le regole per tutelare la propria salute e quella delle persone che si amano e che stanno vicino.
Un discorso dunque d’inizio scuola, di circostanza in qualche modo, e che non poteva non puntare sul senso di responsabilità dei giovani che in effetti abbiamo visto questa estate tenere in poco conto le raccomandazioni per evitare di diffondere il virus.
Sicuramente, Giuseppe Conte poteva pure non farla questa diretta, più pertinente per la ministra, ma ha voluto lanciare il suo personale messaggio, forse dall’alto della sua popolarità, a tutto il mondo della scuola, anche segnalare che a lui l’istruzione e l’efficienza delle istituzioni stanno a cuore.
L’augurio è che nel corso di quest’anno non solo Conte e Azzolina, ma l’intero governo non dimenticano che la scuola è il perno stesso della società e che nessuno si potrà più permettere, viste le precarietà che sono emerse in epoca covid, di tenerla in un cantuccio, senza mezzi, né strutture e senza personale.
Speriamo bene
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