“Contrastare un progetto che apre alla prospettiva di un taglio di istituti scolastici, non fornisce rassicurazioni sul contrasto del precariato. Nessuna garanzia al momento neppure di un intervento consistente contro gli stipendi troppo bassi di docenti e personale scolastico”: a dirlo non è un sindacalista, ma è il leader del M5S Giuseppe Conte.
L’occasione per uscire allo scoperto, a fianco di chi difende gli organici della scuola e chi chiede di essere stabilizzato, è stato l’incontro del 20 marzo tra diversi parlamentari del M5s con i rappresentanti dei lavoratori.
“Abbiamo ascoltato i sindacati e la voce di chi a scuola lavora ogni giorno: c’è grande preoccupazione per tutti questi aspetti e per un progetto di autonomia che finisce per aumentare le disuguaglianze e le carenze per i nostri studenti”.
“Resteremo al fianco di professori, del personale della scuola e degli studenti per contrastare in tutte le sedi questo scellerato progetto”, ha concluso Conte annunciando almeno una giornata di mobilitazione.
I sindacati hanno apprezzato l’interessamento dell’ex premier, ma si sono tolti anche qualche “sassolino” dalle scarpe: la segretaria generale Cisl Scuola, Ivana Barbacci ha detto che avrebbe “preferito trattare questi temi con il Movimento 5 Stelle quando era al governo sinceramente, abbiamo posto le questioni sul tavolo da troppo tempo”.
Barbacci ha ricordato che si attendono risorse per “il rinnovo del contratto” e aumentare le “retribuzioni: bisogna finanziare le leggi di bilancio in maniera adeguata. Bisogna intervenire sul reclutamento del personale, dal 2015 ad oggi il 225% del personale è precario nella scuola, è un sistema che non regge più” e comunque bisogna “liberare qualunque rischio della scuola di essere regionalizzata”.
Per il segretario generale Uil Scuola Rua, Giuseppe D’Aprile, sono quattro le rivendicazioni su cui il suo sindacato ha chiesto di porre attenzione.
“Il rinnovo contrattuale e il conseguente aumento degli stipendi del personale, la stabilizzazione del precariato che deve passare attraverso la trasformazione dell’organico di fatto in diritto, l’abolizione del numero chiuso per i percorsi universitari che specializzano sul sostegno e il superamento del pericolo regionalizzazione”, ha detto il sindacalista Uil Scuola.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “serve un organico aggiuntivo per realizzare gli obiettivi del Pnrr, per adeguare organico di fatto a organico di diritto, anche su posti di sostegno. Bisogna pensare un canale di reclutamento per l’assorbimento del precariato, con politiche attive per favorire la natalità, con organico assegnati rispetto ai bisogni del territorio”.
Durante l’intervento, Pacifico ha anche spiegato i motivi per cui serve “un ripensamento della gestione della fase transitoria delle graduatorie concorsuali e delle nomine con riserva. Ci vuole un tempo scuola rivisto con un obbligo scolastico durante tutto l’arco di vita dell’adolescenza e il ritorno all’insegnamento modulare nella scuola primaria”. A proposito dei problemi irrisolti sulla mobilità, il leader dell’Anief ha detto che “la continuità didattica si ottiene con una specifica indennità di sede e non con vincoli ai trasferimenti. Gli stipendi si tutelano in primis con l’adeguamento dell’indennità di vacanza contrattuale”.
Le parole di Conte non hanno convinto chi oggi governa il Paese. Il deputato della Lega Rossano Sasso chiede: “Con quale coraggio Conte parla oggi di stabilizzazione dei precari della scuola, di stipendi del personale docente, di attacco alla scuola pubblica?”.
“Ma è lo stesso – dice Sasso – che per anni è stato Presidente del Consiglio ed ha espresso il peggiore Ministro dell’Istruzione? Lo conosciamo bene il modello grillino applicato alla scuola: parlamentari che insultavano i docenti precari. Senza contare Azzolina e Floridia che si sono sempre opposte a ogni ipotesi di stabilizzazione dei precari, buttando centinaia di milioni in inutili banchi a rotelle”.
Sasso sostiene che l’attuale Governo ha appena annunciato “un nuovo aumento stipendiale per i docenti (il secondo in 5 mesi)”, invece, a suo dire, “Conte rincorre la Schlein sul piano ideologico e prova a ripulirsi del recente passato senza riuscirci però, perché il mondo della scuola ha imparato a conoscerlo. In una parola: non è credibile”.
Sul fronte del reclutamento del personale precario, intanto, si registrano altre tre sentenze della Corte di Cassazione che ribadiscono il principio secondo cui all’amministrazione scolastica non è più consentita la reiterazione dei contratti a tempo determinato dei docenti di religione, per un periodo superiore a tre annualità.
“In particolare – scrive il sindacato Snadir che ha promosso le tre sentenze e in totale ne ha portate in porto ben 14 – ancora una volta la giurisprudenza ha ritenuto illegittimi due comportamenti del MIUR, conseguenza della mancata indizione di concorsi dopo il triennio di validità del primo (2004/2007): il protrarsi di rapporti annuali a rinnovo automatico per un periodo che superi i tre anni scolastici; l’utilizzazione discontinua di un docente, purché vi sia una durata complessiva dei rapporti lavorativi che superi i tre anni scolastici”.
Orazio Ruscica, presidente Fgu e segretario nazionale Snadir, ritiene che sui precari storici sia giunto “il momento della svolta”, dopo l’avvio di “contenziosi nati diversi anni fa con i ricorsi dinanzi ai Tribunali del Lavoro”: per il sindacalista oggi “è il tempo che il ministero dell’istruzione dia una risposta definitiva al problema del precariato degli insegnanti di religione con la procedura straordinaria”.
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