Nel pomeriggio di mercoledì 20 dicembre, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha commentato l’approvazione da parte della Commissione Bilancio alla Camera, di un emendamento alla Legge di Bilancio che lega la percezione del reddito di cittadinanza all’obbligo scolastico.
Dal 1° gennaio 2023, quindi, per percepire il reddito di cittadinanza (o l’eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà) i giovani compresi nella fascia tra i 18 e i 29 anni dovranno iscriversi a scuola per completare l’obbligo di legge. La misura era già stata preannunciata varie volte dallo stesso Valditara.
Il ministro ha dichiarato: “Si tratta di un provvedimento in cui credo fortemente, grazie a un gioco di squadra è stato mantenuto l’impegno preso con i cittadini” ha dichiarato Valditara. L’emendamento, è a prima firma di Rossano Sasso (Lega)”.
Giuseppe Conte, leader del M5S, ha risposto a questo emendamento tramite i suoi account social e ha detto la sua sul reddito di cittadinanza tolto agli studenti: “Lupi ha fatto saltare con un emendamento anche il concetto di congruità. Questo significa che un ingegnere o un laureato in Giurisprudenza del Sud può andare a fare i lavapiatti nel Friuli Venezia Giulia e deve accettare qualsiasi offerta. Il concetto della congruità è un concetto culturalmente che preserva e tutela la meritocrazia che questo Governo vuole perseguire, tutelare e proteggere. Tu mi fai saltare qualsiasi ascensore sociale. E stai dicendo che i giovani, coloro che non hanno completato il percorso scolastico, non prendono il reddito per punizione. Quindi se tu sei cresciuto e nato in una famiglia che non ti ha mandato a scuola, tu sei punito e non lo prenderai fino a quanto non vai a scuola, completi il ciclo scolastico e poi potrai prendere il reddito di cittadinanza. Negli altri Paesi funziona che tu vieni pagato per andare a scuola, vieni finanziato per andare a scuola. Ho detto tutto”.
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