Prima il Consiglio dei ministri, poi il Capo dello Stato: sono le due “tappe” che martedì 26 gennaio Giuseppe Conte ha fissato per formalizzare le dimissioni da premier. Il Conte bis, insomma, è arrivato al capolinea: in Senato, infatti, l’uscita di scena dei renziani ha posto la maggioranza in una situazione di ingovernabilità, col rischio di cadere già mercoledì 27 in occasione della relazione sulla giustizia del guardasigilli Alfonso Bonafede.
Cosa dobbiamo aspettarci? In questo momento, diciamolo francamente, tutto è possibile: dal Conte ter, con il rientro nei ranghi di Italia Viva (ma bisogna vincere l’ostracismo dei 5 stelle), al governo istituzionale o di unità nazionale, con intese allargate, anche con la possibile entrata di diversi deputati e senatori di Forza Italia, sino all’ipotesi più infausta ovvero le elezioni anticipate. Quelle che Lega e Fratelli d’Italia chiedono con sempre più insistenza.
Tra le possibilità non si esclude che l’avvocato Giuseppe Conte non sia più in grado di garantire una maggioranza. A quel punto i democratici potrebbero proporre, si dice, Franceschini e Guerini, su cui Renzi potrebbe non opporsi. È difficile però che i “grillini” dicano sì.
In ogni caso, qualsiasi scenario si verrà a determinare, non riusciamo a scorgere il mantenimento dell’attuale assetto di Governo. Anche qualora M5s, Pd e Leu dovessero ricompattarsi con i renziani, è davvero improbabile che gli attuali ministri possano essere confermati.
Soprattutto sulle “poltrone” più discusse. Come quella dell’Istruzione. Il fatto stesso che la ministra Lucia Azzolina abbia deciso di far saltare l’incontro con i sindacati per confrontarsi su come destinare i miliardi del Recovery fund, conferma che le priorità sono ben altre.
Più facile è capire cosa potrà accadere nei prossimi giorni. Mercoledì 27, al massimo giovedì 28, per il presidente Sergio Mattarella sarà già il tempo delle consultazioni con i gruppi parlamentari di maggioranza ed opposizione: M5s, Pd e Leu dovrebbero convergere sul nome di Conte.
“Il Paese sta attraversando uno dei momenti peggiori di sempre a causa della pandemia e si ritrova in una crisi di governo assurda per colpa degli egoismi di qualcuno. Ora serve compattezza, tutti dobbiamo stringerci attorno a Giuseppe Conte. Non ci sono dubbi, avanti determinati”, ha scritto su Twitter il ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
Comunque sia, sarà fondamentale, ancora una volta, capire dove si posizionerà Matteo Renzi.
L’ex premier dem avrebbe ringraziato in chat Bellanova, Bonetti e Scalfarotto, i tre esponenti di Italia viva che si sono dimessi dando il là alla crisi dell’esecutivo.
E ha sottolineato la compattezza dei gruppi: a breve, i parlamentari di Iv si riuniranno per decidere delegazione e linea strategica per i prossimi giorni.
Nel partito sembra prevalere la soddisfazione: avevamo tutti contro, ma siamo riusciti a portare la discussione sui contenuti. Ma non solo: c’è già chi scommette che i renziani si ritroveranno presto al governo, con più ministri di prima. Magari pure quello dell’Istruzione.
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