Con riferimento alla formulazione da parte degli uffici scolastici regionali dei contingenti relativi alle chiamate, cosiddette mini call veloci, per l’immissione in ruolo, si è verificata una situazione di particolare gravità che è importante portare a conoscenza in quanto lesiva degli interessi legittimi degli aspiranti assegnatari. Ecco i fatti: l’USR del Piemonte, in data 08.08.2023, con decreto n. 10674, pubblicava, per ogni ordine e grado, i contingenti e le disponibilità concernenti le mini call veloci.
Successivamente, in data 09.08.2023, il predetto Ufficio, pubblicava un precisazione in cui veniva spiegata la differenza tecnica tra il “contingente” e la “disponibilità”, specificando che solo riguardo al contingente veniva determinato il numero massimo dei posti per l’immissione in ruolo. Pertanto solo e soltanto sul “contingente” avrebbe dovuto fare affidamento chi avesse voluto scegliere il Piemonte per un’eventuale immissione in ruolo. Senonché in data 11 agosto 2023, dopo la scadenza dei termini per presentare la domanda, veniva pubblicata da parte dell’USR Piemonte una rideterminazione del contingente che prevedeva un aumento consistente dello stesso, in particolare per la ADSS, portandolo da n. 131 unità a n. 294 unità. Si evidenzia, inoltre, che, sempre in data 11 agosto, ben oltre le ore 9, e sino al pomeriggio, risultava impossibile accedere al sito dell’ufficio scolastico regionale. Il procedimento amministrativo adottato dall’USR Piemonte ha determinato, di conseguenza, un errato affidamento, per chi ha presentato l’istanza della mini call veloce, circa i posti massimi previsti per l’immissione in ruolo.
Ciò è lesivo del principio di buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione previsto dall’art. 97 della Costituzione nonché del principio di trasparenza previsto dalla legge 241 del 1990, posto alla base dell’attività amministrativa, unitamente al principio di economicità, efficienza, imparzialità e pubblicità. Oltre ad assicurare la partecipazione all’azione amministrativa, la trasparenza viene elevata anche a mezzo per scongiurare la violazione delle regole di concorrenza ed evitare l’evento corruttivo. La trasparenza dunque è divenuta un valore chiave immanente nell’ordinamento.
Tutto ciò è sancito anche dall’art. 1, comma 2, del d.lgs. 33/2013, il quale recita: “la trasparenza è condizione di garanzia delle libertà individuali e collettive, nonché dei diritti civili, politici e sociali, integra il diritto ad una buona amministrazione e concorre alla realizzazione di una amministrazione aperta al servizio del cittadino”.
In tal modo viene garantito l’accesso civico generalizzato, recepito al fine di favorire forme diffuse di controllo chiedendo l’accesso a documenti, dati e informazioni ulteriori, sempre nel rispetto della tutela degli interessi giuridicamente rilevanti.
Tali interessi appaiono lesi dal comportamento tenuto dall’USR Piemonte che ha modificato il contingente in data 11 agosto, data di scadenza della domanda, tenuto conto anche del l’impossibilità di accedere al sito. Il tutto in totale violazione, a nostro avviso, della L. 190/2012, la c.d. legge anticorruzione che eleva la trasparenza a livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti sociali e civili ai sensi dell’articolo 117, secondo comma, lettera m), della Costituzione.
Per tali motivi, se non vi sarà un intervento riparatore immediato dell’USR Piemonte, ci vedremo costretti ad adire le vie giudiziali per la tutela dei diritti di coloro che non hanno potuto fare affidamento sull’effettivo contingente, successivamente pubblicato, per l’immissione in ruolo.
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