Ancora presidi da parte dei docenti educatori. In un comunicato l’Andeisp fa sapere che è in corso la battaglia per ricevere attenzioni dall’opinione pubblica.
Il personale educativo chiede parità di trattamento e riconoscimento dei medesimi diritti dei colleghi docenti che continuano a far sentire la propria voce, stanchi di essere messi da parte da tutte le iniziative che riguardano la classe docente. Nessuna presa in considerazione per questa categoria di precari da parte della legge 107/2015.
Il 17 settembre gli educatori dei Convitti toscani hanno messo su un presidio davanti l’Usr Toscana per sollecitare un’assunzione immediata dei precari con copertura dei posti vacanti, oltre che maggiore trassparenza. “Una bella pagina di unità sindacale della categoria. Ruoli e supplenze non possono essere oggetto di lunghe e esasperanti attese”, ha dichiarato Antonio D’Auria, componente di Andeisp.
Del resto la Buona scuola, di buono per i docenti educatori non ha previsto nulla.
Appartenenti alla classe di concorso L030, Pedagogia e didattiche Speciali all’Insegnamento, ordine scuola PPPP, equiparato giuridicamente e economicamenti ai docenti di scuola primaria (con ex art, del Dpr 417/74), i docenti educatori precari continuano a stare nelle loro graduatorie permanenti, che dovrebbero essere ad esaurimento, ma che invece rimangono statiche, vedendo esaurire le altre classi di concorso. Il piano B e il piano C porterà ad una stabilizzazione dei precari di tutte le classi di concorso, tranne che quella del PPPP. Quasi un accanimento nei confronti di questa categoria di precari che svolge una funzione “collocata dall’art.3 del D.P.R. 23 agosto 1988 n.399 nell’area funzione docente”, “finalizzata alla formazione e educazione degli alunni convittori e semiconvittori (C.M. 11/99).
Assunzioni ridotte al lumicino, solo 46, per questo anno scolastico. Una sottovalutazine della figura del personale educativo, che invece è una refenza educativa importante per gli alunni, oltre che sostegno nello studio, unica nel panorama scolastico italiano.
Ma i precari PPPP rimangono invisibili sia per i sindacati che per il ministro dell’istruzione. Niente assuzione di precari, nessun accesso ai piani B e C, nienti Bonus per la formazione per chi è di ruolo, e organici sempre più scarni. La beffa più grande è che mancano in Italia insegnanti di sostegno, e al Personale Educativo con tanto di abilitazione non viene data la possibilità di conseguire tale specializzazione. Solo qualche Università accetta tale categoria di docenti.
L’Andeisp, il sindacato della categoria, chiede immissioni in ruolo per i precari, recupero degli organici del personale educativo con ripristino dei parametri precedenti il Dpr 81/2009, l’allargamento di tale figura all’intero comparto educativo e scolastico, inoltre il riconoscimento della equiparazine con i docenti della primaria,mobilità verso l’intero comparto scuola, inclusione della figura di educatore di sostegno per gli alunni con disabilità.
Tutti diritti che spettano a questa categoria di docenti, ma che sono ingiustamente sottratti.
Ricordiamo che il personale educativo ha superato, al pari di altri docenti, un esame di abilitazione bandito dal Miur, nel 2000, e da allora per la maggior parte dei precari, sono stati anni e anni di attesa senza avere avuto il diritto di lavorare.
La Buona Scuola ha calpestato il diritto fondamentale di parità di trattamento di questa categoria di docenti, considerati di serie zeta.
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