Continua la deportazione coatta degli insegnanti

I frutti avvelenati della Legge 107, la “buona scuola” imposta dal Governo, producono i loro effetti. Migliaia di insegnanti delle regioni del sud, sovente non giovanissimi, di norma con impegni familiari e con molti anni di insegnamento alle spalle, devono, per ottenere l’immissione in ruolo, trasferirsi a grande distanza dalla propria abitazione e dal proprio ambiente affrontando spese, disagi, difficoltà di ogni sorta.

Che l’imposizione di questo genere di trasferimento fosse una misura indecente ed inaccettabile è stata evidente sin da quando il provvedimento è stato reso noto un anno addietro, i lavoratori della scuola e la CUB scuola università e Ricerca in particolare hanno denunciato con forza questa misura chiedendo che si modificasse radicalmente la normativa sulla mobilità.

Il Governo, con pertinacia degna di miglior causa, procede sulla via dei trasferimenti coatti e non esita, di fronte alla protesta dei colleghi, in particolare quelli di Napoli, a ricorrere all’intervento della polizia; una riprova, se fosse necessario, dell’attenzione e del rispetto per la scuola pubblica da parte di questi signori.

La CUB Scuola Università e Ricerca invita tutti i colleghi e le colleghe, i coordinamenti dei sindacati di base ad una forte mobilitazione unitaria sin dall’inizio dell’anno scolastico per il ritiro della Legge 107, l’incremento dell’organico, la difesa della scuola pubblica.

I lettori ci scrivono

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