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Continua la protesta universitaria, il voto sul Ddl Gelmini slitta a martedì

Non si placano le proteste di studenti e ricercatori, di politici e di organizzazioni sindacali contro l’approvazione de disegno di legge di riforma della Gelmini.
Dopo le strade, le piazze e le università, i manifestanti hanno spostato il loro raggio di azione su quattro dei monumenti più importanti d’Italia occupando simbolicamente: il Colosseo Roma, la Mole Antonelliana a Torino, la Torre di Pisa, e Sant’Antonio a Padova come a significare che i Beni culturali, come monumenti e università, vanno salvaguardati e incentivati.
Un’atmosfera che non si respirava da tempo e che i cinquantenni ricordano molto bene.Un vero e proprio braccio di ferro come a voler dire che il mondo universitario e studentesco non ne possono più delle continue innovazioni e stravolgimenti da parte del titolare del Miur che, a dire degli studenti del Coordinamento universitario, “invece di favorire la qualità e l’innovazione, il ddl abbatte ogni forma di democrazia interna agli atenei, consegnando tutto il potere esattamente a quei baroni che il governo dice di voler colpire. Altro che colpire i baroni: le uniche vittime di questa riforma sarebbero gli studenti, i dottorandi, i precari e i ricercatori”.
Di contro il ministro Mariastella Gelmini è rammaricata per la reazione del mondo studentesco che ritiene essersi fatto strumentalizzare “da alcuni esponenti della sinistra che ieri sono saliti sui tetti insieme ai manifestanti”. Il riferimento è per l’on. Bersani che, a sua volta, ha dichiarato "Il Pd conferma la sua disponibilità a un confronto serio che consenta la correzione dei punti più seri, il diritto allo studio e i ricercatori, e l’individuazione della copertura di questa legge". Il botta e risposta tra il dicastero di Viale Trastevere e i manifestanti continua.
Per il Ministro “E’ inquietante – sottolinea in una nota – la saldatura tra i baroni e gli studenti che protestano contro la riforma dell’università. I baroni, attraverso alcuni studenti, tentano di bloccare una riforma che rende l’università italiana finalmente meritocratica, che pone fine al malcostume di parentopoli, che blocca la proliferazione di sedi distaccate inutili e di corsi di laurea attivati solo per assegnare cattedre ai soliti noti. Non è un caso se tra le prime 150 università del mondo non c’è un solo ateneo italiano. Gli studenti che manifestano, sobillati dai baroni, difendono questo tipo di università e vogliono che nulla cambi”.
A seguito di queste affermazioni, il Link-Coordinamento universitario, mobilitato in molte città, da Torino a Messina, ha dichiarato in comunicato che “La ministra Gelmini, di fronte al fallimento evidente del proprio progetto di riforma, respinto dalla stessa maggioranza, continua a ripetere a tutti i media che le imponenti mobilitazione studentesche di queste ore sarebbero sobillate dai baroni".
”Come bugia è ridicola – recita ancora il comunicato – la Crui (conferenza dei rettori), massima rappresentanza del baronato italiano, è il principale sponsor del ddl Gelmini. Anche stamattina, su Repubblica, il rettore della Statale di Milano Decleva ha confermato che i baroni auspicano che la riforma dell’università sia approvata in fretta”.
La Gelmini, per meglio rivolgersi ai manifestanti in modo più diretto, ha scelto il suo canale Youtube invitando gli studenti a non farsi strumentalizzare dai baroni e a non mescolare la protesta con quella dei centri sociali: http://www.youtube.com/mariastellagelmini.
Gli studenti hanno fatto altrettanto: http://www.youtube.com/user/coordinamentouni#p/a/u/0/cXbIMes6hFw
Quella che viene definita “la riforma della discordia” consta di venticinque articoli che racchiudono tre importanti indirizzi: nuova organizzazione del sistema universitario; ampia delega al governo e nuove regole sul reclutamento dei docenti e dei ricercatori, per combattere il baronato.
Le città più coinvolte nelle manifestazioni sono Roma, Torino, Padova, Pisa, Salerno, Siena, Messina, Firenze, Trieste, Bari, Catania.
Durante la discussione parlamentare per l’approvazione del Ddl di riforma, il Governo è stato battuto su un emendamento relativo all’articolo 16 del Ddl., che ha visto convergere l’opposizione e i deputati di Fli.
L’appuntamento per il voto finale sul Ddl Gelmini è stato fissato per martedì 30 novembre.
 

 

Alfio Patti

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