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Continua lo scontro a distanza fra Anief e Pittoni

Ormai la polemica fra l’Anief e il senatore leghista Mario Pittoni, trasformatasi negli ultimi giorni in un vero e proprio scontro senza esclusione di colpi, sta diventando il leit-motiv del dopo-ferragosto.
Dopo la notizia dell’accantonamento dei posti sulle graduatorie 2010/2011 il botta e risposta fra il senatore e l’associazione di Marcello Pacifico si è intensificato e nella giornata del 19 agosto si segnala una ulteriore presa di posizione di Mario Pittoni che questa volta parla di “ nervosismo di chi ha promesso a chi pagava i loro ricorsi di riuscire a piazzarli a scavalco in graduatorie diverse da quella scelta nel 2007, andando a ledere i diritti di chi c’era già”.
Ma a Pittoni non vanno giù soprattutto le lettere di diffida che l’Anief ha subito inviato ad alcuni Uffici provinciali e regionali del nord .
“Il tono delle diffide – ci ha detto in queste ore il senatore leghista – mi sembra decisamente sopra le righe anche a fronte del fatto che altre forze sindacali la pensano in maniera diametralmente opposta rispetto all’Anief”
Sul come uscire da questa situazione complicata Pittoni ha le idee chiare: “A questo punto la cosa più utile sarebbe che il TAR si decidesse a depositare al più presto la propria sentenza, come peraltro ho più volte sollecitato”.
Ma, in attesa del deposito della sentenza, non sarebbe male se anche il Ministero facesse la propria parte fornendo con una apposita nota indicazioni precise su come risolvere l’ingarbugliata matassa. 
Assodato ormai che i posti spettanti ai ricorrenti inseriti a pettine dovranno essere accantonati in attesa che il contenzioso venga definito, si pone un ulteriore problema di non poco conto: un discreto numero di “pettinisti” è presente in più graduatorie di diverse province ma è del tutto illogico che l’accantonamento venga fatto su tutte le graduatorie.  L’accantonamento dovrebbe essere fatto per una sola graduatoria ma non è scontato che la decisione venga lasciata alla scelta del singolo docente. 
La questione è legata anche alle dimensioni del fenomeno che, stando ad informazioni da noi raccolte, sarebbero un po’ diverse da quelle che sono state finora rese note. Il numero di 3.000 finora circolato non corrisponderebbe infatti al numero dei ricorrenti ma piuttosto agli inserimenti a pettine complessivi. Poichè, come si è detto, molti ricorrenti sono presenti in più province sembra molto più ragionevole parlare di un numero di precari interessati alla questione non superiore alle mille unità.
In ogni caso un intervento del Ministero appare quanto mai indispensabile anche per evitare che le assunzioni e gli accantonamenti si svolgano con criteri e modalità diversi da regione a regione o addirittura da provincia a provincia. 

Poche ore dopo la pubblicazione di queste note ci è pervenuta la contro-replica dell’Anief

Reginaldo Palermo

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