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Continuità didattica. ANP: il regolamento delle supplenze la ostacola. Cisl Scuola: non è vero

Sul tema delle supplenze si è scatenata nelle ultime ore una vivace polemica fra Maddalena Gissi, segretaria nazionale Cisl Scuol, e Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi.

La posizione dell’ANP

Il caso nasce nella mattinata dell’11 settembre dopo che Giannelli rilascia una intervista a Radio 24 nel corso della quale evidenzia come la continuità didattica venga ormai messa sempre più in discussione anche a causa delle norme che regolano il conferimento delle supplenze.

Le replica della Cisl Scuola

Poche ore dopo Maddalena Gissi interviene con un lungo comunicato stampa in cui afferma: “Non è assolutamente vero che a minare la continuità didattica sia la libertà dei supplenti di rinunciare a una supplenza per accettarne un’altra più conveniente, e così via. Semplicemente perché quella libertà non c’è, salvo in un unico caso, quello di chi lascia una supplenza breve per accettarne una di durata annuale. In tutti gli altri casi di abbandono, scattano sanzioni che impediscono di ottenere altre nomine”.
“Così stanno le cose –
insiste Gissi – grazie al fatto che la gestione delle supplenze soggiace a norme precise e chiare di uno specifico Regolamento. E proprio nella circolare ministeriale in materia di quest’anno, emanata pochi giorni fa, su richiesta dei sindacati si prevede espressamente che le sanzioni per rinuncia o abbandono di supplenza siano estese anche a chi viene assunto dalle cosiddette MAD (domande di messa a disposizione)”.

Controreplica di Giannelli (ANP)

La controreplica di Giannelli non si fa attendere: “La segretaria generale Cisl Scuola ritiene infondate e lontane dalla realtà le nostre affermazioni circa la frammentarietà delle supplenze. Ne dovremmo desumere che sono parimenti destituiti di fondamento gli innumerevoli articoli relativi alla ‘supplentite’ pubblicati in questi giorni e che i relativi autori narrano solo fantasie?”

“La verità è ben altra, ed è sotto gli occhi di tutte le famiglie, di tutti i docenti precari (spesso costretti a cambiare scuola ogni anno), di tutti i colleghi dirigenti” afferma Giannelli che aggiunge anche: “La continuità didattica talvolta è solo una chimera! Resta poi il fatto che le regole sulle supplenze non consentono certo quella gestione ottimale del servizio scolastico e, soprattutto, garantista del diritto allo studio degli alunni che sarebbe giusto attendersi. Il meccanismo del depennamento, in particolare, si è dimostrato negli anni ben poco efficace”.
“Alla segretaria generale della Cisl Scuola – ironizza infine Giannelli – basterebbe visitare qualche scuola per poterlo constatare di persona”.

Il problema delle MAD

Per la verità ha ragione Maddalena Gissi a dire che se il docente che rifiuta l’incarico rischia il depennamento, ma ha altrettanto ragione Giannelli quando afferma che il meccanismo è inutile.
Soprattutto nelle regioni del nord, infatti, la carenza di docenti di terza fascia disponibili ad accettare supplenze brevi è talmente diffusa che le scuole sono comunque costrette a chiamare anche docenti “spostati in coda alla graduatoria” dopo aver rifiutato una supplenza.
A complicare la situazione sono arrivate quest’anno anche le disposizioni sulle MAD inserite nella circolare annuale sul conferimento delle supplenze: le scuole devono pubblicare all’albo le domande pervenute e conferire gli incarichi con “procedura comparativa”.
Un meccanismo di fatto ingestibile soprattutto in molte scuole del nord dove stanno arrivando migliaia di domande di precari di tutta Italia. La disposizione, espressamente voluta dalle organizzazioni sindacali con lo scopo di rendere “trasparenti” le nomine e di sottrarle alla discrezionalità dei dirigenti scolastici, sta mettendo in ginocchio le segreterie delle scuole scaricando su dsga e assistenti amministrativi una mole di lavoro davvero eccessiva.

Reginaldo Palermo

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