Nel 1994 l’Irrsae Piemonte inviò a tutte le scuole della regione un questionario finalizzato a conoscere le iniziative che le scuole avevano già autonomamente messo in atto.
Stando ai dati del questionario la continuità veniva letta e interpretata dalle scuole soprattutto come necessità di costruire un raccordo verticale tra i vari ordini di scuola; le esperienze più diffuse riguardavano prevalentemente il passaggio di dati sugli alunni, la formazione delle classi e l’inserimento di portatori di handicap; si "auspicava" d’altro canto che la continuità coinvolgesse anche la formazione dei docenti, i raccordi tra i sistemi di verifica e valutazione ed il coordinamento dei curricoli.
Negli anni successivi l’Irrsae promosse la costituzione di un gruppo di ricerca stabile che iniziò a raccogliere e ad analizzare le molteplici esperienze di continuità in atto nelle scuole della regione.
La terza fase della ricerca si è sviluppata in un’ottica sistemica: il centro della continuità diventa il bambino come soggetto appartenente a più sistemi (famiglia, scuola, società) fra loro interagenti.
"In questa visone – scrive Loredana Truffo, coordinatrice del volume insieme con Enrico Bottero e Giancarlo Bonanesa – la continuità è intesa come attenzione non tanto agli elementi e alle attività che favoriscono raccordi verticali o orizzontali, ma alle condizioni dicontesto che consentono una reale condivisione delle finalità educative fra i soggetti che, in sistemi diversi e con modelli di riferimento diversi, interagiscono col bambino"
Il volume documenta appunto quest’ultima fase della ricerca e tenta di fornire una risposta a domande complesse che hanno però attinenza con il contesto di autonomia con cui le istituzioni scolastiche devono fare sempre più i conti:
– quanto e come un certo tipo di organizzazione facilita la comunicazione, il passaggio di informazioni e la presa di decisioni?
– quale ruolo di mediazione fra sovrasistema e sistema scolastico può assumere il dirigente scolastico ?
– esistono indicatori di continuità?
Il quaderno è suddiviso in due parti: nella prima Giancarlo Bonansea ed Enrico Bottero presentano le coordinate teoriche relative alle dimensioni cognitiva, relazionale ed organizzativa della continuità, mentre la seconda raccoglie il lavoro concretizzatosi all’interno del gruppo di ricerca (la schedatura delle iniziative attuate dalle scuole).
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