Sul tema della continuità educativa e didattica del sostegno per gli alunni disabili, prevista dalla legge (parliamo dell’articolo 14 del decreto legislativo 66/2017), sembra essere sceso il silenzio.
Il terzo comma della disposizione consente al dirigente scolastico di confermare il contratto ai docenti a tempo determinato, “ferma restando – viene precisato – la disponibilità dei posti e le operazioni relative al personale a tempo indeterminato”.
Per operare in tal senso il dirigente deve valutare “l’interesse dell’alunno e l’eventuale richiesta della famiglia”.
Tutto chiaro e tutto semplice, quindi?
Sembrerebbe di sì, tanto che il CIIS (Coordinamento Italiano Insegnanti di Sostegno) ha anche predisposto un modulo per la richiesta da parte delle famiglie.
In realtà l’articolo 14 del decreto prevede che l’attuazione della norma debba passare attraverso un decreto ministeriale.
E qui iniziano i problemi: nel scorso mese di settembre il Miur aveva predisposto lo schema del provvedimento e lo aveva inviato al CSPI per ottenere il parere.
Come era facile prevedere, nella seduta del 29 settembre, il Consiglio superiore della pubblica istruzione la cui la maggioranza è saldamente nelle mani delle organizzazioni sindacali della scuola, ha respinto il provvedimento argomentando, in sostanza, che in tal modo non viene garantito il rispetto delle graduatorie.
Il CSPI aveva anche proposto una serie di misure alternative: si va dall’istituzione di strutture territoriali dotate di personale qualificato (docenti, personale medico, assistenti sociali…) all’individuazione dei LEP su servizi come il trasporto e l’assistenza educativa; senza trascurare l’assegnazione alle scuole di ulteriore organico di docenti e Ata, la stabilizzazione in organico di diritto di tutti i posti di sostegno attualmente coperti con organico di fatto e la formazione in servizio.
Ma si tratta, come è facile intuire, si iniziative che per essere attuate avrebbero bisogno di modifiche legislative più o meno significative.
Per la verità il Ministero potrebbe emanare il decreto anche con il parere contrario del CSPI e quindi sul tema c’è molta attesa anche da parte delle famiglie interessate soprattutto perché nel “Contratto di Governo” c’è un passaggio impegnativo sul punto: “Una scuola che funzioni realmente ha bisogno di strumenti efficaci che assicurino e garantiscano l’inclusione per tutti gli alunni, con maggiore attenzione a coloro che presentano disabilità più o meno gravi, ai quali va garantito lo stesso insegnante per l’intero ciclo”.
Vedremo con quali strumenti il nuovo ministro riuscirà a garantire la continuità del docente garantendo però al tempo stesso le graduatorie, così come chiedono sindacati e CSPI.
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