Lo stesso Ministro ha dichiarato di essere conseguentemente contraria al valore legale del voto di maturità e di laurea. L’ipotesi di abolizione del valore legale del voto di maturità e di laurea potrebbe preannunciare una vera rivoluzione nel mondo della scuola e dell’Università. Si ricorda che il cambiamento su questo fronte era già nell’aria dai tempi del governo Monti che aveva portato in Parlamento un dibattito sull’abolizione del valore legale della laurea stessa (cui ha fatto seguito una consultazione popolare). Queste prospettive sono state condivise anche dal Rettore dell’Università di Camerino, Flavio Corradini, che invita a guardare alla persona piuttosto che alle qualifiche. Commenti contrari sono stati espressi dall’ANDU ( Associazione Nazionale Docenti Universitari ) secondo la quale l’estensione del test Invalsi anche agli studenti universitari in uscita, con l’obiettivo di valutarne la competenza, non può non legarsi a doppio filo con l’abolizione del valore legale del voto di laurea.
L’ANDU ricorda che il principale sostenitore dell’abolizione del valore legale dei titoli di studio è la Confindustria, che assieme alla Crui ha voluto e ha imposto la “legge Gelmini”. Pertanto
le Organizzazioni universitarie esprimono la loro netta contrarietà all’introduzione del sistema Invalsi nell’Università e ribadiscono la loro opposizione all’abolizione del valore legale del titolo di studio, in particolare, per gli effetti devastanti che tale iniziativa avrebbe sulla qualità della formazione accademica nel nostro paese. Anche per contrastare questi propositi distruttivi del Sistema nazionale universitario, le Organizzazioni universitarie invitano tutte le componenti universitarie di tutti gli Atenei a partecipare alla Settimana nazionale (dal 18 al 23 novembre) di dibattito e di mobilitazione.
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